Quel gin made in Florence: "È il primo a impatto zero"

Il progetto di Ilaria Lorini e Stefano Di Clemente: "Così rispettiamo l’ambiente". Il liquore viene venduto in una borraccia termica riutilizzabile all’infinito.

Quel gin made in Florence: "È il primo a  impatto zero"

Quel gin made in Florence: "È il primo a impatto zero"

Un gin artigianale, toscano al 100% e rispettoso dell’ambiente. Si chiama Visionair London Dry Gin ed è il primo gin italiano ad essere contenuto all’interno di una borraccia termica, riutilizzabile all’infinito. La versione green di questo amatissimo liquore ha riscosso successo in alla Mostra dell’Artigianato alla Fortezza da Basso. Protagonisti sono due giovanissimi: Ilaria Lorini e Stefano Clemente, rispettivamente di 29 e 33 anni. Di Tavernelle Val di Pesa lei, di Campi Bisenzio lui, si sono incontrati nel 2019 grazie ad un corso per sommelier. "Io sono laureata in Scienze agrarie ed ho fatto la tesi proprio sulle botaniche dei gin toscani - racconta Ilaria -. Sono molto legata alla natura ed al mio territorio e, quando ho conosciuto Stefano, è pian piano iniziata a germogliare l’idea di un gin dall’impronta ecosostenibile e dall’anima toscana". Ecco che Ilaria e Stefano dal febbraio 2023 portano avanti questa produzione artigianale, il cui cuore è a Tavarnelle. È lì che, in prossimità degli alveari di proprietà di loro amici, i due giovani imprenditori hanno iniziato a seminare i "fiori amici delle api", come rosmarino, salvia, timo, lavanda, fiori di acacia, semi di coriandolo, camomilla, bacche di ginepro e radici di iris che, "usate come fissativo aromatico", provengono dal Chianti. La particolarità di questi fiori è che "hanno una quantità maggiore di nettare" e, per questo, "non solo attirano di più le api, ma riescono anche a nutrirle meglio, aiutandole a sopravvivere ai cambiamenti climatici". Le api sono fondamentali per il nostro ecosistema, "ma soffrono moltissimo per gli sbalzi del clima".

Così, sorridono i due giovani, "col nostro progetto abbiamo voluto dare il nostro piccolo contributo all’ambiente. Non dimentichiamoci che le api sono i nostri principali insetti impollinatori e che è grazie a loro se abbiamo frutta, pomodori, zucchine…". Ma come viene prodotto questo gin? "Intanto - spiega Ilaria, - si parte dall’alcol neutro di cereali, poi aromatizzato col ginepro e con le altre botaniche, a discrezione del produttore. L’alcol neutro viene inserito nell’alambicco. Una volta scaldatosi, si trasforma in un vapore che attraversa poi un enorme colino, al cui interno ci sono le erbe aromatiche prescelte. Grazie ad un processo di raffreddamento ecco che il prodotto torna liquido e, poi, ‘lavorato’ con acqua affinché raggiunga la gradazione di 42 gradi".

Siccome Visionair vuole "impattare il meno possibile nell’ambiente" ecco che viene venduto all’interno di una borraccia termica di acciaio inox, dunque riciclabile all’infinito (al contrario del vetro). Non solo: c’è pure un bicchiere termico per gustare perfettamente il gin, dal primo all’ultimo sorso. "‘Visionair’ significa ‘visionario’ in olandese, la terra in cui ha visto la luce l’antenato del gin", racconta Ilaria. Per la produzione del loro liquore, i giovani imprenditori si appoggiano ad una piccola distilleria del Galluzzo.

Elettra Gullè