Prevenzione non buonismo

I minori immigrati sono una spina nel fianco della società: violenza, criminalità, uso di droghe. La magistratura, le forze dell'ordine, la scuola e la famiglia devono collaborare per prevenire il peggio. Intervenire tempestivamente è fondamentale.

Lo sappiamo che è una semplificazione giornalistica ma quei ragazzi terribili, violenti, a volte criminali, figli di un’umanità che ha riservato a loro il peggio, restano una spina nel fianco. Un fenomeno che sta dilagando nel silenzio e nell’assuefazione salvo quando le immagini crude sfondano il muro della riservatezza, smuovendo la coscienza collettiva. Ersilia Spena, magistrato della procura dei minori di Firenze, schietta e pragmatica ha raccontato a La Nazione un dettaglio agghiacciante. Loro (minori immigrati come figli ‘bene’) pensano che tutta questa violenza sia ‘normale’. Nemmeno lo sanno che è reato. E nei loro smartphone c’è l’orrore. Normale anche quello. Allora che fare? Innanzitutto parlarne. Come della violenza di genere. Senza aspettare di contare poi le vittime. E intervenire. Sul fronte repressivo perché i nostri giovani hanno bisogno di regole e di sapere che se vengono violate non ti danno un buffetto sulla guancia. L’estrema ratio è l’Ipm. Avete presente Mare Fuori? Bellissima fiction, un po’ troppo romanzata. Gli istituti penitenziari minorili non sono palestre di vita, spesso sono luoghi duri, dove ci si può perdere per sempre. Serve quindi l’apporto di tutti. Forze dell’ordine, magistratura, servizi sociali, scuola, famiglia. La politica può rimboccarsi le maniche e pensare percorsi per recuperare i ragazzi anche prima che arrivino al punto di non ritorno. Senza burocrazia, rimpalli di responsabilità o tentennamenti. Seppure non sia un tema elettorale. La dottoressa Spena ha sottolineato un altro elemento: a Firenze (e la procura dei minori ha competenza regionale) ci sono appena tre magistrati e metà del personale. Poi ci si lamenta (giustamente) se i provvedimenti, che mai come in questo caso dovrebbero essere tempestivi, arrivano in ritardo. Infine un dato, anche questo allarmante: la pm dice che l’80 per cento dei ragazzi che delinquono fa uso di droghe. E parliamo di ragazzini tra 14 e 17 anni. Altro problema sotto il tappeto. I numeri, forniti con grande trasparenza dal questore Maurizio Auriemma - consapevole che sicurezza non si fa facendo finta che vada tutto bene -, raccontano un pericolo che non si può più ignorare.