Meyer, il dg replica alle accuse "Ho agito per il bene dei bambini"

Alberto Zanobini per due ore davanti al gip. I pm chiedono la sospensione dal suo ruolo per dodici mesi

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di Stefano Brogioni

FIRENZE

Il primo a replicare alle accuse della procura è anche il principale indagato del nuovo filone di concorsopoli. E cioè Alberto Zanobini, il direttore generale del Meyer accusato di essere il perno di un sistema, simile a quello di Careggi, organizzato per cucire i bandi e pilotare gli esiti dei concorsi per le cattedre del quotato ospedale pediatrico. "Ho potuto esporre le mia ragioni e ho chiarito che in questi otto anni alla guida del Meyer ho sempre e soltanto lavorato per il bene dei bambini e per fare grande il nostri ospedale", la sua breve dichiarazione, al termine di un confronto durato due ore abbondanti, in cui il manager del Meyer era accompagnato dal suo legale, Filippo Cei.

Per Zanobini, i pm Luca Tescaroli e Antonino Nastasi chiedono una misura interdittiva della durata di un anno. Nove mesi, la richiesta di sospensione per gli altri due coindagati, la professoressa Chiara Azzari e il direttore del dipartimento di scienze della salute dell’Università di Firenze, Paolo Bonanni. Loro, assistiti dagli avvocati Sigfrido Fenyes e Pier Nicola Badiani, sono comparsi dinanzi al gip, Antonio Pezzuti, nel pomeriggio.

"Le condotte poste in essere dalla professoressa Azzari sono tutte fatte nell’interesse del settore scientifico di appartenenza, nella fattispecie la pediatria. E quindi nell’interesse pubblico", la sintesi di un’ora e un quarto di interrogatorio in cui la docente, spiega ancora l’avvocato Fenyes, "ha risposto a tutte le domande".

Comincia ora il conto alla rovescia per la decisione del giudice. Forse ci vorranno alcune settimane, anche perché in ballo c’è una posizione delicata come quella di Zanobini, motore di un’eccellenza diventata di valore internazionale.

Ma la procura non ha guardato ai risultati ottenuti, ma al metodo con cui la direzione sanitaria avrebbe selezionato ed istruito le procedure o operato alcune scelte d’indirizzo.

Entrando nello specifico della richiesta di misura interdittiva, Zanobini, Azzari e Bonanni si sarebbero accordati per il cofinanziamento Università-Meyer di un posto da ordinario in pediatria generale, cattedra che sarebbe stata destinata alla progressione di carriera della professoressa associata Lisa Galli, già in organico al pediatrico.

Azzari, in qualità di presidente della commissione, è ritenuta la "istigratrice, intermediaria e garante" del patto tra i due enti, con Zanobini nella veste di "pubblico ufficiale corrotto e proponente l’accordo", e Bonanni di "corruttore". In cambio di questo accordo, Bonanni avrebbe promesso un posto da ricercatore a tempo determinato di tipo "in assenza di alcuna necessità didattica".

A Zanobini vengono inoltre contestati alcuni abusi d’ufficio, sempre nell’ambito di concorsi banditi al Meyer.

Uno è quello di oncologia medica, il cui ruolo di ordinario sarebbe finito al professore Massimo Dominici, che, il 7 agosto 2018, vinse su altri due pretendenti, l’associato Paola Queirolo e il dottor Angelo Di Leo. Secondo la ricostruzione della finanza, sempre Zanobini, prima ancora di assumere il ruolo di dg, avrebbe “lavorato“ con l’ex rettore Dei e i “baroni“ Poggesi, Bechi e Carini, per cucire un bando su misura e trovare una commissione adeguata. Il 15 gennaio 2018, Antonino Morabito divenne associato di chirurgia pediatrica e infantile, battendo Claudio Spinelli, ma anche questo concorso, secondo la procura, sarebbe stato “profilato“ sul candidato prestabilito. Infine, il concorso di associato di urologia, assegnato il 3 dicembre 2020 al professore Francesco Morini davanti a Marco Chionzoli.

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