La lettera U come Umiltà

Uno scrittore deve avere l'umiltà di sapere che non raggiungerà mai il risultato sperato, ma al contempo deve credere di poter raggiungere i massimi livelli. La grandezza di uno scrittore è decisa dai lettori di oggi e di domani. Fare le cose sul serio, senza prendersi sul serio.

L’umiltà, a mio avviso, per uno scrittore è una condizione interiore che dovrebbe andare a braccetto con le manie di grandezza. Chi ha letto "Chiedi alla polvere" di John Fante, si ricorderà di Arturo Bandini, il protagonista alter-ego dell’autore, che riguardo alla propria scrittura prova due sentimenti diversi e alternati: a volte, con il pugno rivolto al cielo grida al mondo di essere il più grande scrittore mai esistito, altre volte rileggendo le proprie pagine pensa con amarezza di aver scritto soltanto e solo schifezze degne di finire nella pattumiera, e in questo specifico ambito legato alla scrittura, senza ombra di dubbio le considerazioni e le emozioni di Bandini sono quelle di Fante. Nel cammino incessante tra queste due condizioni, nell’oscillazione del "pendolo" tra i due estremi, abbiamo il grande John Fante, uno dei maggiori scrittori del ’900. Dunque va bene l’umiltà, pensare che forse non raggiungeremo mai il risultato sperato, ma mentre si scrive dobbiamo invece sentire e credere di poter raggiungere i massimi livelli e magari di buttare giù dal trono i grandi scrittori che amiamo… Altrimenti si parte svantaggiati, con un remo solo, con le mani legate dietro la schiena, infliggendoci una ferita che ci fa zoppicare. Possiamo dire che la formula giusta potrebbe essere riassunta con queste parole: "Fare le cose sul serio, senza prendersi sul serio". La prima frase riguarda il momento della scrittura (che include il "divertimento" massimo), la seconda riguarda il modo di stare in mezzo agli altri. Ci sono scrittori che si muovono nel mondo sentendosi esseri superiori, solo per il fatto di aver pubblicato qualche libro, senza rendersi conto che gli altri leggono molto bene questo atteggiamento e lo considerano ridicolo. Ma certo non è questa l’umiltà di cui parlavo, che riguarda invece proprio la scrittura, che deve trovarci con l’immaginario pieno di sogni di grandezza ma anche con un atteggiamento di profonda consapevolezza. Anche perché a decidere la grandezza di uno scrittore sono i lettori di oggi e soprattutto quelli di domani… Quei lettori che lungo il sentiero del tempo lo scrittore ha inondato di potenti emozioni e di continue illuminazioni esistenziali.