"Questi colpi continui alla fine rischiano di mettere in ginocchio un territorio che è fragile. E siccome è fragile va custodito e sostenuto. E non lo possono fare i cittadini da soli o i Comuni da soli". È preoccupato Tommaso Triberti, sindaco di Marradi.
E non tanto per il terremoto ("Poteva andar molto peggio, 4,9 è una magnitudo importante, fortunatamente non ci sono state conseguenze per le persone") quanto per le difficoltà continue che il suo territorio deve fronteggiare.
E alcuni danni comunque ce ne sono stati. "Le valutazioni stanno continuando e il numero di edifici inagibili purtroppo aumenta, adesso sono una decina di abitazioni, e altre situazioni sono da verificare". Inagibile anche una chiesa, quella di Sant’Adriano, e altre tre, Popolano, Badia del Borgo, Cardeto, sono sotto esame. "Sul fronte dell’agibilità e dei danni la situazione è ancora in continua evoluzione. I controlli proseguono, e devo dire che in generale, la macchina dei soccorsi ha funzionato, dal livello nazionale a quello regionale, Prefettura e Città Metropolitana, Vigili del Fuoco, Protezione Civile e associazionismo".
E ora che lo sciame sismico sembra diminuire, così come l’intensità delle scosse, oggi si torna a scuola. "Sì, riapriamo la scuola – annuncia il sindaco -, pur con l’interdizione dell’aula magna e di un locale di servizio dell’istituto comprensivo".
E’ un passo verso la normalità: "Il paese dopo il primo spavento già l’altro ieri ricominciava a voler tornare alla quotidianità. Ma di notte la paura ancora si è fatta sentire e la prima sera una quindicina di persone ha chiesto di dormire in palestra, e molte di più, – lo dico con cognizione di causa perché ho effettuato un sopralluogo notturno – hanno dormito all’aperto, nelle forme più varie, in auto, nei camper, nelle tende". Non tutta scuola è stata adeguata contro il rischio sismico: "I lavori finora fatti rendono oggi la palestra il luogo più idoneo dove ricoverare le persone che chiedono di dormire in modo sicuro. Ma purtroppo – si rammarica Triberti - ci sono ancora lavori di adeguamento sismico da fare. Abbiamo dei progetti che non sono stati ancora finanziati". E c’è un rammarico più grande:
"Marradi ormai da diverso tempo è costretto a fronteggiare emergenze, dal rischio di chiusura per la fabbrica dei marroni al Covid, a maggio l’alluvione e le frane, adesso il terremoto. E dagli eventi del maggio scorso non ci siamo ripresi, il collegamento ferroviario con Faenza è ancora interrotto, ci sono strade distrutte e da ricostruire. Il nostro è un paese che, con i suoi cittadini, ha grande forza ed energia, ma questi sono colpi duri, e tanti".
Triberti allora lancia un appello alle istituzioni superiori: "Occorre investire su questi territori, perché non possiamo sempre vivere in emergenza. Occorrono investimenti seri per l’antisismica, senza mettere in competizione, nei bandi, i comuni piccoli con i grandi comuni, perché i piccoli comuni hanno maggiori difficoltà, a cominciare dalle progettazioni. Per far resistere questi territori occorre che le risorse siano messe a disposizione, altrimenti il lento spopolamento della montagna continuerà". Risorse che saranno necessarie anche per sanare i danni causati dalle ultime scosse: "Per le strutture pubbliche ma anche per i privati".
Paolo Guidotti