ERIKA PONTINI
Cronaca

Guerra delle nomine in Procura, le intercettazioni. Lotti: "Ermini cuor di leone non è"

Emergono nuovi particolari. Incontri e strategie, così è nata l’inchiesta

Luca Lotti

Luca Lotti

Firenze, 16 giugno 2019 - La Procura di Roma invia a quella di Perugia (competente per le indagini sui magistrati per la capitale) gli atti relativi a una disinvolta amicizia tra Luca Palamara, magistrato, e Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni istituzionali di Francesco Bellavista Caltagirone. Palamara è accusato di corruzione per aver ricevuto viaggi e denaro da alcuni lobbisti per influenzare alcune sentenze. Palamara sarebbe poi venuto a conoscenza dell’indagine su di lui e avrebbe cercato di influenzare la nomina del prossimo procuratore di Perugia, per avere un alleato. Altri dettagli hanno rivelato come numerosi esponenti del Csm si siano incontrati con politici, tra cui gli esponenti del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri (secondo il quale le intercettazioni sono illegali perché coinvolti due parlamentari), per concordare, secondo l’accusa, nomine e promozioni.

Ecco le intercettazioni con i vari protagonisti dell’incontro nella notte fra l’8 e il 9 maggio.

«IO TI DICO solo la mia... come facevamo noi... io il candidato che perdeva non l’ho mai votato, l’ho sempre scaricato...». E l’uomo da scaricare, stavolta, era Giuseppe Creazzo, procuratore di Firenze, in corsa per la Procura di Roma. Che, se non avesse fatto un passo indietro bastava «fargli paura» con quella storia del «dossier» a Genova.

A parlare è Luca Palamara, il “burattinaio” della nomine dei procuratori che aveva riunito in una stanza d’albergo, in piena notte, gli amici Cosimo Ferri, Luigi Spina e Luca Lotti, insieme ai consiglieri del Csm, Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli (tutti già sottoposti a procedimento disciplinare, ndr) per decidere di «virare su Viola», procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, che avrebbe rappresentato la discontinuità con il metodo – Pignatone. Ma, soprattutto – nella testa di Palamara, indagato a Perugia per corruzione e intercettato con il trojan – Viola poteva aiutarli a risolvere la spinosa questione Consip, in cui è coinvolto proprio Lotti. Anche se, nelle carte depositate, non c’è traccia di una consapevolezza del risiko in corso da parte dello stesso Pg.

«Se io vado a fare l’Aggiunto questo gli dico al mio procuratore Viola che si consulta con me... gli vogliamo credere rompiamogli il culo... non gli vogliamo credere... si chiude fine e basta.. c’ho troppe cose anomale...». Il riferimento – compare nella frase precedente – è a Scafarto (il maggiore dei carabinieri che indagò su Consip, ndr). «Ti dico, crediamo a Scafarto o non gli crediamo. Basta». E Lotti ribatte: «Certo... se il rapporto tra voi vorrà farlo lo farà». Sono le 1.20 della notte. Sempre Palamara spiega al deputato Pd, tirando in ballo pure la questione-Siri e l’anomalia – a suo avviso – del mancato arresto, di essersi esposto in prima persona sull’inchiesta romana: «Giochiamo a carte scoperte su tutto... perché io non mi sono esposto su Consip quando dicevo “chiudiamo tutto... chiudiamo tutto“ e da due anni mi fa “guarda a Perugia non si sa cosa succede su di te”».

LO SCAMBIO CONSIP

Roma e Perugia sarebbero vicende collegate, una sorta di scambio nato in seno a Piazzale Clodio. Dopo la scoperta di essere indagato infatti Palamara parla a ruota libera. E’ Lotti a ipotizzare la manovra ai loro danni: «Nulla mi toglie dalla testa che è stato uno scambio sulla nostra pelle Luca...la storia vera» è che «Ielo ha detto a Pignatone.. tu lasciami stare su questa roba, io te mando avanti Consip».

Paolo Ielo, aggiunto di Roma, a sua volta al centro di una campagna di veleni messa in piedi con la presunta complicità di Stefano Fava – stando agli accertamenti della procura di Perugia che ha indagato il pm per rivelazione e favoreggiamento – inviò nel capoluogo umbro gli atti contro Palamara nel 2018 nell’ambito di un’indagine sull’imprenditore Fabrizio Centofanti.

L’ESPOSTO DI FAVA

Ma proprio Fava adesso può tornare utile alla causa perché ha preparato un esposto contro Ielo e Pignatone. Spiega sempre Palamara a Lotti: «Lui vuole fa la denuncia penale... tu forse non hai capito (inc) li vuole denuncià penalmente a Perugia... questo è il passaggio in cui... però tu intanto gli rompi il c..zo (a Ielo e Pignatone, ndr) e questo è il problema di fondo... c’è un solo colpe.. io l’avevo capito... io mi acquieterò quando Pignatone mi chiamerà e mi dirà che cosa è successo... perché la vicenda Consip la so io... il rapporto con lui... lui si è seduto a tavola con te... lui ha voluto parlà con Matteo... lui ha voluto fa quelle cose... lui crea l’affidamento... mi lascia col cerino in mano a me.. io mi brucio... loro si divertono».

L’ATTACCO A CREAZZO

Un passo indietro. Per far salire Viola però potevano non bastare solo i voti decisi a tavolino. Serviva anche una strategia di discredito nei confronti di Creazzo per convicerlo a ritirarsi. Ma Creazzo è di Unicost. E Morlini, almeno di facciata, gli darà in prima battuta la sua preferenza in Commissione. «Ci sono quattro intenzioni di voto a favore di Viola, una a favore di Lo Voi fatta da Suriano (Area, ndr), una a favore di Creazzo fatta da me», spiega.

Esattamente ciò che avverrà il 23 maggio a Palazzo dei Marescialli. Ma Cartoni cerca una mediazione e in vista del plenum annuncia: «A questo punto io... si dice riflettiamoci un attimo perché sarebbe opportuno non avere un frazionamento a tre, quindi si dispone un rinvio di un giorno, due giorni, fino a tre-quattro giorni per arrivare a lunedì successivo, noi contattiamo Creazzo e gli diciamo... Peppe guarda che qui noi ti possiamo votare, ci sono cinque voti nostri (di Unicost, ndr) e magari un laico, ma tu qua perdi, che si fa?». Il piano prevedeva il ritiro di Creazzo, per concentrare i voti su Viola. Ma se il candidato non avesse fatto un passo indietro, si poteva contare sul dossier. Ovvero l’indagine aperta a Genova dopo un esposto contro il procuratore di Firenze. Spiega sempre Palamara: «Ha raccolto tutte queste cose in un dossier, tutte le cose che non andavano su questa inchiesta e su Creazzo... e ha fatto l’esposto quindi non è proprio... non è una cazzata, questo voglio dire...».

LA STRATEGIA

Una «strategia di danneggiamento» che interessa da vicino sempre Lotti: «Per me è importante capì che succede perché se è seria ovviamente lo... cioè non si parla di Roma... si parla che se è serio va via da Firenze, se non è serio non va via da Firenze, a me guarda... nessuno cerca... nulla... però bisogna fa’ almeno guerra...». Interviene Ferri: «Ma secondo te poi Creazzo, una volta che perde Roma, ci vuole andà a Reggio Calabria?». E Palamara: «Gli va messo paura con l’altra storia no?... Metti paura con l’altra storia dai... liberi Firenze». Una manovra che però doveva avere anche l’appoggio di David Ermini, vicepresidente del Csm. Ferri: «Ma Ermini voterà»; Lotti: «Deve votare oh». Spina: «E non ha mai votato, lo dice pure». Lotti: «Corrà te ne non c’eri all’inizio ma Ermini non è che... cuor di leone non è... l’avete scelto apposta diciamo per certi versi». Palamara: «Ho capito però no non può sfuggire totalmente». Lotti: «Però qualche messaggio gli va dato forte».

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro