L’incipit del viaggio si scrive là dove si ritrova il primo straordinario indizio di un legame di fede e d’arte vecchio secoli. Là dove si mostra, magnifico, il sacello del sepolcro, riproduzione in marmi bianchi e verdi del Santo Sepolcro di Gerusalemme ad opera di Leon Battista Alberti.
Già questo basta da solo a giustificare un legame forte con la Terra Santa, nel nome di una fede e di una devozione che hanno animato secoli dando vita a opere di straordinaria bellezza.
Qui Museo Marino Marini di Firenze, ex chiesa di San Pancrazio, dove da oggi e fino al 7 gennaio prossimo ha trovato casa temporanea Il Tesoro di Terrasanta, straordinaria selezione di opere (108 in tutto) una cui buona parte - oltre ottanta, i restanti pezzi sono in prestito da realtà museali o collezioni private italiane - proviene proprio da Gerusalemme, frutto di una preziosissima opera di tutela portata avanti dalla Custodia di Terra Santa.
Frati che si sono fatti talvolta persino archeologi, accumulando un tesoro, appunto, che in tempi non così lontani andrà ad arricchire il futuro ’Terra Sancta Museum’.
Intanto però il patrimonio ha iniziato il suo viaggio, partito da Lisbona e transitato poi da Santiago di Compostela, arrivando infine a Firenze, prima e unica tappa italiana di un pellegrinaggio che proseguirà molto probabilmente negli Stati Uniti.
Difficile restituire in parole la magnificenza di quanto esposto, specie se riferito al pezzo che più di ogni altro si dichiara simbolo di questa esposizione: è l’altare dei Medici, restaurato e tornato in Italia dopo secoli, a Gerusalemme collocato sul monte Calvario e regolarmente usato per le celebrazioni.
È qui che risiede il cuore della mostra, in un ideale viaggio nel Santo Sepolcro che mostra in particolare i doni italiani a Gerusalemme. Oltre a quello del Granducato anche quelli della Serenissima Repubblica di Venezia e del Regno di Napoli (ricchissimi il tabernacolo coi santi Pietro e Paolo e il Paliotto d’altare, entrambi realizzati da De Blasio).
Di ‘evento’ anziché di mostra hanno parlato il presidente della Fondazione Marini San Pancrazio, Carlo Ferdinando Carnacini, e la curatrice Leyla Bezzi, volendo così sottolineare il prestigio dell’occasione.
"Gioire per la bellezza - ha detto Fra’ Stéphane Milovitch, direttore dei beni culturali della Custodia di Terra Santa presente insieme a Fra’ Francesco Patton - e parlare di Gerusalemme non per le tristi vicende belliche, ma per il patrimonio che ospita. Quanto stiamo facendo siamo convinti sia d’aiuto anche gli altri in un’operazione di recupero della memoria".
A sottolineare l’importanza della diplomazia culturale anche l’onorevole Federico Mollicone e l’assessore alla cultura del Comune di Firenze Giovanni Bettarini, che ha sottolineato anche la peculiarità di Firenze ‘culla del restauro’, riferendosi alla bontà del lavoro di recupero svolto dai maestri fiorentini proprio in occasione di questa mostra.
Per informazioni sull’intera esposizione, prezzi dei biglietti, orari di apertura e visite guidate: www.museomarinomarini.it
Linda Meoni