Duccio Moschella
Cronaca

Una tenda in Duomo: l’anno pastorale apre in stile Gambelli

Con il nuovo arcivescovo missionario gruppi di lavoro in stile sinodale nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato: “Evangelizzare con gioia”

L'arcivescovo Gherardo Gambelli in Cattedrale (foto Toscanaoggi)

Firenze, 29 settembre 2024 – Un anno pastorale che si preannuncia impegnativo, ma anche stimolante. Intanto, balzano subito agli occhi due elementi di novità: il primo è lo stile  dell’approccio, vale a dire i lavori di 90 gruppi che hanno trasformato il Duomo in un’aula sinodale con 1.500 persone riunite a confrontarsi su quattro temi tratti dal Messaggio di Papa Francesco per la  Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, prima della messa e della consegna del mandato da parte dell’arcivescovo Gherardo Gambelli agli operatori pastorali. Il secondo è la tenda, con tappeti e tessuti forniti da alcune comunità che fanno parte della Chiesa fiorentina come quella peruviana, filippina, ucraina, libanese e rumena, allestita in fondo alla navata centrale della Cattedrale, per dare una concretezza anche fisica all’edizione numero 110 della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato dal titolo “Dio cammina con il Suo popolo”.

Un segno spiegato da monsignor Gambelli, che nel suo recente passato è stato missionario in Ciad: “La tenda – ha detto nel suo saluto di apertura –  intende sottolineare che siamo tutti in cammino e Dio cammina con noi”. E quello che più conta, ha aggiunto: “Tante cose si possono fare senza gioia, tranne una: evangelizzare”.

“Iniziamo il nostro anno pastorale – ha proseguito l’arcivescovo – interrogandoci a partire dal messaggio del Papa per individuare qualche priorità pastorale per la nostra parrocchia, comunità, diocesi. Mettiamolo per scritto, impegni che siano verificabili. A fine anno faremo tutti insieme un’assemblea conclusiva di verifica, per vedere cosa non siamo stati capaci di realizzare e perché. Mettendo sempre il Signore Gesù al centro del nostro nuovo cammino e affidandoci a Lui”. 

Temi ampiamente ripresi da monsignor Gambelli nell’omelia della messa, culmine della giornata: “Siamo chiamati ad andare in ogni luogo, in particolare al di fuori dei territori più familiari, uscendo dalla posizione comoda di coloro che danno ospitalità per lasciarci accogliere nell’esistenza di coloro che sono nostri compagni nel cammino dell’umanità”. Solo così, secondo l’arcivescovo, possiamo “metterci in cammino con la fiducia nell’azione dello Spirito Santo che sempre e ovunque ci precede, anche nei luoghi più impensati”.

A proposito dell’annuncio, la condizione gioiosa dev’essere dominante. Monsignor Gambelli lo sintetizza citando Papa Francesco, quando nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, parla di quei cristiani che hanno “uno stile di Quaresima senza Pasqua”, con l’invito a recitare più spesso la famosa preghiera di San Tommaso Moro, che invoca, fra gli altri doni, il senso dell’umorismo e la grazia di capire gli scherzi ovvero “un po’ di gioia” che si possa comunicare agli altri. Persone capaci di riconoscere “nel volto di ogni nostro compagno e compagna di viaggio, il dono di un fratello e di una sorella”. Nessuno si salva da solo.