Caldo, a Firenze in media 4 gradi in più rispetto al terreno circostante

Il dato dal rapporto ISPRA sul consumo del suolo: è l’effetto ‘isola di calore’, in quanto la temperatura al suolo nelle aree urbane assume valori più elevati rispetto alle aree agricole e naturali circostanti.

Una slide  del rapporto Ispra

Una slide del rapporto Ispra

Firenze, 31 luglio 2021 - Tra le  grandi città se la cava peggio solo Torino, con una media di  6,3 gradi in più rispetto al territorio circostante, dato calcolato sul periodo estivo. Milano è sotto, con 2,8, preceduta da Cagliari con 3,4; mentre a Genova  fa più caldo di 2,7 gradi rispetto all’hinterland rurale. 

Firenze ‘brucia’ con una media di 3,9 gradi in più rispetto al territorio ‘rurale’ o periurbano circostante, staccando anche Roma che si ferma a 3,1. E questo avviene anche perché è troppo densamente costruita. Le città, soprattutto se cementificate  e con poco verde pro capite, si comportano infatti  come ‘isole di calore,  in relazione a vari fattori come la disposizione e la concentrazione delle aree costruite, la presenza di vegetazione e la circolazione dei venti.

“In particolare -sottolinea ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale- l’elevata densità di suolo consumato e l’assenza di copertura arborea nelle nostre città sono caratteristiche che influenzano la temperatura superficiale al suolo (Land Surface Temperature – LST, cioè la temperatura misurata al livello di copertura del suolo) che è spesso più alta nelle aree urbane più compatte rispetto alle aree suburbane”. 

La temperatura media diurna estiva (ottenuta da dati satellitari MODIS della NASA) nel periodo 2018-2020 , è stata confrontata con la densità del suolo consumato, la densità di copertura arborea (estratta dalla carta di copertura del suolo prodotta da ISPRA) e all’altimetria (suddivisa in fasce di altitudine minore di 200 m e altitudine compresa tra 200 e 600 m). Il risultato è che le città funzionano come accumulatori di calore che poi viene rilasciato sia nelle ore diurne che in quelle notturne, così da attenuare anche lo sbalzo termico.

La differenza di temperatura al livello nazionale è stata calcolata come la media delle differenze di temperatura regionali, pesata in base alla superficie regionale, nelle diverse fasce altimetriche. Mediamente sotto i 200 m la differenza di temperatura tra aree rurali e urbane compatte è di circa 1,3°C, e raggiunge i 2,0°C nella fascia tra 200 e 600 m. Le differenze di temperatura sono più contenuta per le aree suburbane, con 0,2°C sotto i 200 m e 0,6°C tra 200 e 600 m di altitudine.

Il fenomeno delle ‘isole di calore’, come dicevamo, dipende strettamente dal consumo di suolo, che in Italia non solo non si ferma, ma continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Solo nell’ultimo anno le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 56,7 km2 , ovvero, in media, più di 15 ettari al giorno. Un incremento che rimane in linea con quelli rilevati nel recente passato e che fa perdere al nostro Paese quasi 2 metri quadrati di suolo ogni secondo, causando la perdita di aree naturali e agricole, che vengono sostituite da nuovi edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi e di servizio e da altre aree a copertura artificiale all’interno e all’esterno delle aree urbane esistenti.

Domenico Guarino

 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro