Addio Vlahovic, c’eravamo tanto amati

Firenze, 27 gennaio 2022 - E’ successo ancora. Ogni volta sembrava l’ultima, ma per una misteriosa alchimia, quell’acerrima rivalità che divide Fiorentina e Juventus, produce cocenti tradimenti. A senso unico. Dusan Vlahovic, classe 2000, centravanti serbo sbocciato a Firenze, è l’ultimo a prendere la strada bianconera. Ma a differenza di Baggio, partito controvoglia per la stessa destinazione perché venduto dai Pontello, stavolta l’amato campione è automaticamente diventato il bersaglio di quelli che, giusto qualche giorno fa, gli battevano le mani per le sue prodezze. 

Poteva andare diversamente. Poteva andarsene diversamente. Anche subito, ma probabilmente con più rispetto, senza scomodare la riconoscenza. Ci sono in ballo i milioni, è vero, ma c’è anche il sentimento. Quello che proprio non si percepisce, nell’atteggiamento del calciatore – tanto prolifico in campo, quanto avaro di parole fuori –, e che invece si è sfogato, anche con troppa violenza verbale, negli striscioni intorno al Franchi. 

Chissà quale sarebbe stato il modo giusto di separarsi. Perché la separazione, era ormai inevitabile: gli affari del calcio, dicono inesorabilmente che quando non viene rinnovato il contratto di cui si intravede all’orizzonte la scadenza, la società deve prendere una decisione alla svelta, per non rischiare di perdere quel capitale. Tanti soldi oggi. Abbastanza a giugno. Niente l’anno prossimo. E allora addio Vlahovic, nuovo compagno di Bernardeschi e Chiesa. Aveva conquistato a tempo di record una città in lockdown di vittorie, facendo contenti i bambini e chiedendo perdono per un rigore sbagliato. Oggi, le sue braccia alzate sono diventate il suo saluto. Anche un po’ ruffiano.