
Bocciofila addio. Il Comune intima l’alt: "Non è autorizzata". Scoppia la polemica
I soci del pallaio dell’Albereta bocciano, è proprio il caso di dire, il provvedimento del Comune che vorrebbe chiudere lo storico impianto in riva d’Arno, una struttura diventata un punto di aggregazione per i tanti appassionati di Gavinana, soprattutto anziani. E la tensione sale alle stelle. Una lettera di Palazzo Vecchio piombata pochi giorni fa all’Asd bocciofila Albereta intima che "non è autorizzato, né autorizzabile lo svolgimento di attività sportive, o di qualsiasi altro genere". "Il bocciodromo si trova in un’area di golena del fiume Arno, in zona soggetta a vincolo paesaggistico – fa sapere il Comune –. Dalle ricerche effettuate non esiste alcun titolo abilitativo che legittimi la sua costruzione. Pertanto, già a settembre 2017, l’amministrazione aveva approvato e appaltato i lavori di demolizione, programmando l’inizio per la fine di luglio 2018. La resistenza e le proteste dei fruitori dell’impianto, nonché l’imminente approvazione della nuova legge regionale sul rischio idraulico, avevano poi portato alla temporanea sospensione. Alla luce della nuova legge regionale entrata in vigore ad agosto 2018, sono stati fatti tutti gli approfondimenti necessari che si sono conclusi a dicembre 2020 con l’accertamento, da parte della Direzione urbanistica del Comune, della non legittimità e non sanabilità del bocciodromo. Nel nuovo Piano operativo adottato quest’anno è stato previsto di ricostruire il nuovo bocciodromo sempre nel parco dell’Anconella".
Ma, garantisce Luciano Morandi – che si presenta come presidente, ma c’è una disputa in merito alla carica – il bocciodromo "ha tutti i permessi ed è solido, risulta regolare sulle mappe dell’Agenzia delle Entrate. Il vero motivo è che ci sono altri interessi di vicinato. Il nuovo ponte nascerà vicino all’ ultimo campo da tennis che vogliono rifare qui. Perciò manderebbero via un’associazione per mettercene un’altra?".
Proprio sulla questione della presidenza e del soggetto gestore c’è una controversia: "Il presidente eletto della bocciofila sono io – rivendica Sergio Bini che però non vuole affrontare il casus belli – e Morandi non è legittimato a parlare per nome dell’associazione. Perciò quanto detto da lui sulla bocciofila non ha valore a nome dei soci". "La bocciofila Albereta era stata ferma quasi 5 anni – replica però Morandi –. Il consiglio direttivo si dimise in massa. La società non era più attiva, ma era sempre iscritta all’Iva a nome del presidente Luciano Cecchi, che è morto. Sono poi stato eletto io come presidente con la stessa società, che mantiene la stessa iscrizione Iva, è la continuazione dell’associazione presente dal 1970 e valgono gli stessi accordi col Comune. Inoltre non ci è stato mandato nessuno sfratto".
Nel mentre va avanti la contesa sui ruoli, "un ufficiale del Comune è venuto qui e ci ha detto ‘levate tutto perché martedì veniamo a mettere i sigilli’. Così gli ho risposto se era sicuro di essere un ufficiale giudiziario (non un ufficiale del Comune), perché ci vuole un ordine del tribunale dato da un ufficiale giudiziario. Chiamerò i carabinieri e mi rivolgerò alla Procura della Repubblica", aggiunge Morandi.