REDAZIONE EMPOLI

Le vittime, il dolore e una promessa: "La memoria è più viva che mai"

Il governatore Giani: "Una barbarie che colpì nel profondo le nostre comunità. La Toscana non dimentica". E anche nella giornata dedicata al ricordo scoppia la polemica politica tra sindaci: "C’è chi ha deciso di sfilarsi".

La cerimonia di ieri pomeriggio a Fucecchio; in alto invece la performance teatrale a Massarella

La cerimonia di ieri pomeriggio a Fucecchio; in alto invece la performance teatrale a Massarella

Commemorare e ricordare, perché se è successo una volta può succedere di nuovo. Questo il senso della cerimonia solenne per gli ottanta anni dall’Eccidio del Padule di Fucecchio, celebrati nella mattinata di ieri presso il monumento ai caduti di Cintolese, a Monsummano. Un crimine di guerra in cui persero la vita 174 civili indifesi, uomini, donne, bambini, anziani tra cui molti cittadini di Fucecchio e Cerreto Guidi: tutti uccisi per mano nazista, in quella che sarà ricordata come una delle pagine più nere della seconda guerra mondiale sul nostro territorio. Una mattanza che subito si era rivelata per quello che fu: una strage di innocenti, in cui il confine tra chi era nel giusto e chi era oltre il disumano era ben chiaro già allora.

I nazisti, all’urlo di "Gott mit uns", tradotto "Dio è con noi", che si accanirono contro un gruppo di sfollati disarmati ai bordi di un Padule erano gli stessi che in quegli anni sterminavano milioni di ebrei nei campi di concentramento di mezza Europa, cambiando per sempre la storia di un continente. Eppure, nonostante tutto questo, la commemorazione dell’Eccidio ancora oggi riesce a dividere. A sottolineare questo aspetto è stata la stessa sindaca di Monsummano Simona De Caro, durante la commemorazione al monumento dei caduti di Cintolese.

"Per me emotivamente è un momento molto duro questo – ha detto De Caro di fronte alla platea –, perché in quella strage rivedo i miei concittadini come vittime di un orrore senza fine. Fa ancora più male sapere che ci sono comuni vicini geograficamente al nostro, che per anni hanno organizzato insieme a noi le manifestazioni di ricordo dell’Eccidio e che, da quest’anno, hanno deciso di sfilarsi e di starne fuori. Mi riferisco al comune di Castelfranco di Sotto che volontariamente non organizzerà alcun momento di ricordo per gli 80 anni dell’Eccidio. Una precisa volontà politica di quella amministrazione comunale che ci fa capire quanto sia importante insistere e portare avanti il ricordo e la condanna per questa e tante altre stragi naziste". "All’alba del 23 agosto 1944 – ha sottolineato il presidente della Regione Eugenio Giani - la Toscana visse uno dei momenti più tragici della sua storia, con 174 vite innocenti, tra uomini, donne e bambini, brutalmente spezzate nell’eccidio del Padule di Fucecchio, perpetrato dalle truppe naziste in ritirata e dai fascisti italiani. Questa barbarie colpì profondamente le comunità di diversi comuni toscani fra le province di Pistoia e di Firenze: Monsummano Terme (frazione di Cintolese), Larciano (frazione di Castelmartini), Ponte Buggianese, Cerreto Guidi (frazione di Stabbia) e Fucecchio (frazioni di Querce e di Masserella). Intere famiglie furono cancellate, lasciando un vuoto incolmabile nei cuori di chi rimase".

E poi ancora: "Oggi, a 80 anni di distanza – ha sottolineato il presidente della Regione Eugenio Giani, presente alle commemorazioni di Monsummano e Larciano – la memoria di quelle vittime è più viva che mai. La Toscana non dimentica, e con essa noi tutti, che continuiamo a ricordare e onorare coloro che persero la vita in quel tragico giorno. Stamani è stato emozionante abbracciare i sopravvissuti che non hanno potuto dimenticare questa terribile tragedia".

Francesco Storai