Empoli (Firenze), 22 settembre 2024 – “Mio figlio è un ragazzo fortunato e noi due genitori caparbi, perché se le cose fossero andate diversamente Lorenzo avrebbe riportato conseguenze peggiori e noi ci saremmo trovati a pagare anche 50 euro di ticket”. Jessica Magnani è una mamma battagliera che dopo il grande spavento per l’incidente del proprio figlio 17enne, avvenuto venerdì scorso intorno alle 12.30, all’incrocio tra via Carraia e via Torricelli e quello dello scorso 24 aprile al marito Michele, esattamente nello stesso punto, ha deciso di lanciare una protesta.
“Il problema è quello della sosta selvaggia – spiega la donna – come è accaduto per l’incidente di mio marito anche venerdì la dinamica è stata la stessa. Mio figlio stava viaggiando a bordo del suo scooter lungo via Carraia; un altro giovane alla guida di una minicar ha superato lo stop di via Torricelli perché c’era un furgoncino parcheggiato in divieto di sosta che gli impediva la visuale. La minicar si è immessa su via Carraia e mio figlio non ha potuto evitarla, così i due mezzi si sono scontrati”. La donna stavolta è decisa ad andare avanti. “Scriverò all’Urp del Comune per chiedere che vengano presi provvedimenti urgenti contro la sosta selvaggia all’incrocio tra via Carraia e via Torricelli che impedisce la visuale e crea grossi rischi. Ad aprile è capitato a mio marito che ha riportato conseguenze molto più gravi oltre ad aver distrutto l’auto, mentre venerdì è toccato a mio figlio”. Per fortuna oltre allo choc, il 17enne non ha riportato lesioni, ma il passaggio in pronto soccorso non è stato ’indolore’ per la famiglia, come spiega ancora la mamma.
“Fortunatamente Lorenzo andava piano e l’impatto non è stato violento. Tuttavia, come suggerito dalla polizia municipale che è venuta per i rilievi, è stata chiamata l’ambulanza e mio figlio è stato trasportato in codice giallo al pronto soccorso di Empoli per accertamenti. Tutti gli esami ai quali è stato sottoposto hanno dato esito negativo, perciò intorno alle 18 è stato dimesso. La sera, però, mi diceva che sentiva ancora dolore alle costole così ho preso in mano la cartella clinica per leggere meglio tutti gli esami effettuati e con mio stupore mi sono accorta che all’interno era stato inserito un ticket da pagare di 50 euro perché a mio figlio era stato attribuito un codice di appropriatezza 4 cioè ’urgenza minore’ e quindi avrei dovuto partecipare alla spesa delle prestazioni di pronto soccorso”.
La mamma irriducibile ha così ingaggiato una nuova battaglia. “L’indomani mattina con mio marito siamo tornati in pronto soccorso e abbiamo fatto valere le nostre ragioni. Abbiamo spiegato innanzitutto che nostro figlio era arrivato in ospedale in ambulanza in codice giallo a non accompagnato privatamente. Chi poteva valutare l’appropriatezza dell’accesso se non l’operatore che lo aveva accompagnato? Alla fine, dopo esserci arrabbiati molto, ci è stato tolto il ticket di 50 euro. Tuttavia resta la profonda amarezza e una considerazione: se non ci fossimo mossi per far valere i nostri diritti ci avrebbero fatto pagato una prestazione che non era a pagamento”.