Nuovo duello sul Padule. La gestione del Centro visite della riserva naturale del Padule Fucecchio, affidata dal Comune di Larciano a Federcaccia, assieme a un’altra associazione locale, fa insorgere Legambiente: "Un epilogo indignante" le parole dell’associazione ambientalista. Il Centro visite, situato nella frazione di Castelmartini, si ricorda, è nato nel 2013 su progetto del Centro di ricerca, documentazione e promozione del Padule, che ha poi gestito per 10 anni la struttura, realizzata con 680mila euro di risorse pubbliche, in gran parte della Regione Toscana attraverso grazie a fondi comunitari finalizzati, evidenzia Legambiente, "alla promozione dello sviluppo economico sostenibile nell’ambito delle aree protette". Per l’associazione "l’edificio è vincolato alla funzione di Centro visite della riserva naturale, vincolo ribadito anche nella convenzione con la proprietà che ha donato il terreno".
Nel gennaio scorso il Centro ha cessato le attività: da qui la decisione della Regione di affidare la struttura per un anno al Comune di Larciano che tramite un bando ha concesso l’utilizzo degli spazi specificando, spiega ancora Legambiente, che "gli interessati dovevano avere tra le proprie finalità statutarie la tutela e la valorizzazione ambientale". Quel bando richiedeva ai partecipanti impegni ben precisi per far vivere il Centro Visite: un numero minimo di giornate di apertura al pubblico garantite da Guide Ambientali (qualificate ai sensi di legge) e l’organizzazione di eventi di stretta rilevanza ambientale. Per questo il coinvolgimento di Federcaccia rappresenta per l’associazione "un epilogo quanto meno sorprendente, che non può non indignare", anche perché il Comune di Larciano "ha preferito assecondare quanti hanno da sempre osteggiato la riserva naturale". "Ci auguriamo che la Regione Toscana sappia adesso risolvere questo increscioso incidente di percorso", conclude Legambiente. Il Centro che era stato gestito fino al 31 dicembre scorso dall’associazione Centro di ricerca, documentazione e promozione del Padule di Fucecchio. Da quella data era al pubblico e l’amministrazione comunale aveva fatto presente più volte agli amministratori regionali che una chiusura duratura avrebbe dato il centro in pasto al degrado.