
Firenze, 25 giugno 2023 - Per ora siamo fermi alle speranze. E a diversi no grazie. Il centrodestra in vista delle amministrative del 2024 a Firenze, Prato, Livorno, Empoli e in una valanga di Comuni (150) non sembra animato, in questa fase, da una tensione agonistica adeguata all’importanza degli appuntamenti che precedono la battaglia di tutte le battaglie, la sfida per la poltrona di presidente regionale nel 2025.
I motivi sono due: a differenza del centrosinistra, il centrodestra toscano dipende sempre molto dalle decisioni dei partiti a Roma, da come l’alleanza Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega si dividono i candidati sui territori. Non è mai stata, la piena dipendenza dalle decisioni centralizzate, un buon viatico. Inoltre le fibrillazioni attuali nella compagine governativa non contribuiscono ad una saldatura forte dopo le fratture avute nella primavera scorsa a livello locale (Massa, Pietrasanta, Campi Bisenzio). Il secondo motivo è altrettanto evidente: nella Toscana centrale, vero fortino del centrosinistra con complementare sistema di potere radicato in profondità, il centrodestra trova con estrema difficoltà candidati forti e competitivi. L’esempio più eclatante l’elezione del 2019 a Firenze dove a fronte di un Nardella lanciato verso il secondo mandato, la coalizione schierò un candidato debole. Fu un trionfo per Nardella al primo turno e un flop per Ubaldo Bocci, la distanza tra i due fu di 60mila voti. Meglio andò a Daniele Spada a Prato, che da novità della politica riuscì a portare il sindaco uscente Biffoni al ballottaggio.
E adesso? A Firenze il centrodestra dovrebbe scegliere bene e con largo anticipo i nomi facendo sentire il peso delle scelte locali. Forza Italia ha fatto sapere di aver contattato due donne di rilievo mentre Fratelli d’Italia avrebbe ricevuto un no da un imprenditore, gli altri nomi accostati alla coalizione (Bassilichi e Salvadori) hanno altri progetti. Stesso copione a Prato: contatti interlocutori, nomi conosciuti che tornano in pole, qualche nome civico che balla. Sarà un’estate bollente anche per il centrodestra oppure sarà un’estate da dimenticare?