IRENE CARLOTTA CICORA
Cronaca

Eccellenze specialistiche, c’è chi sceglie l’ospedale: "A Massa una realtà unica, e il mio mondo è questo"

Il dottor Vitali Pak, cardiochirurgo, interviene su casi difficilissimi e li risolve "Qui arrivano bambini con patologie molto rare e la struttura funziona bene Perché mai dovrei cambiare? Rifarei comunque questa scelta professionale"

Il cardiochirurgo pediatrico Vitali Pak

Massa, 7 ottobre 2023 – Fa battere i cuori e regala sorrisi ai piccoli pazienti cardiopatici e alle loro famiglie il dottor Vitali Pak, forte degli oltre 2mila interventi eseguiti in quasi trent’anni di carriera, undici dei quali trascorsi all’Ospedale del cuore di Massa, eccellenza toscana. Racconta dei prodigi compiuti in sala operatoria e dei balzi avanti fatti dalla tecnologia con umiltà e traboccante passione. Oggi Pak è direttore dell’Unità operativa di cardiochirurgia pediatrica e del congenito adulto all’Ospedale del cuore della Fondazione Monasterio.

"Ho iniziato gli studi in Russia e mi sono laureato a 22 anni alla Siberian medical university a Tomsk – spiega – Nel 2000 sono arrivato in Italia, a Bergamo, grazie all’International Heart School che organizzava corsi di perfezionamento in cardiochirurgia pediatrica e cardiologia per giovani medici stranieri. A 35 anni mi occupavo già di casi estremamente complessi".

La sua carriera è costellata di interventi eccezionali…

"Il bambino più piccolo che ho curato aveva pochi giorni di vita, pesava circa 400 grammi. Aveva la comunicazione tra aorta e arteria polmonare che era rimasta aperta, era nato prematuro di 25 settimane: l’operazione è avvenuta a Pisa all’ospedale Santa Chiara, ero nell’équipe come medico di Monasterio. I casi più complessi restano sempre quelli dei neonati con l’associazione di diverse anomalie intracardiache".

Lei ha due figli, come vive da padre questa professione?

" Mi sento responsabile dei bambini che curo e sono consapevole di aver cambiato in meglio tantissime vite umane. Quando si parte da una cardiopatia complessa e al termine del percorso l’esito è positivo, nasce un legame forte con i genitori. Restiamo in contatto, mi aggiornano sui traguardi, mi inviano foto di compleanni>.

A Massa arrivano bambini da tutto il mondo...

"Spesso andiamo in missione umanitaria all’estero, dove abbiamo l’occasione di vedere bambini cardiopatici che non sempre è possibile operare sul posto. I casi più complicati li portiamo all’Ospedale del cuore, grazie al supporto di Regione e Fondazione Monasterio. E’ accaduto anche recentemente, siamo andati in Kazakistan in missione e ora attendiamo una bimba che ha già subito tre interventi al cuore: ne farà un quarto correttivo>.

Com’è cambiata la tecnologia di supporto all’equipe?

"Alcuni interventi che facciamo oggi solo 15 anni fa sarebbero stati impossibili. E’ cambiata la tecnologia sia per quanto riguarda l’approccio che le tecniche chirurgiche a supporto dell’anestesista e anche il lavoro del perfusionista, che controlla la macchina artificiale “cuore-polmone”: questa, al momento di correggere il difetto al cuore, sostituisce la funzione cardiaca e polmonare".

All’Ospedale del Cuore c’è BioCardioLab, che realizza modelli 3D dei piccoli cuori da curare…

"L’equipe di chirurghi vede il modellino stampato prima di andare in sala operatoria per una simulazione. Si osservano i flussi del cuore, la sua anatomia e insieme anche al cardiologo si mette a punto una strategia chirurgica da seguire in sala. I primi interventi con supporti 3D sono arrivati negli ultimi dieci anni: i risultati sono migliorati a lungo termine anche per i pazienti più piccoli. Oggi l’obiettivo è garantire una buona qualità di vita, donare la normalità".

Farebbe di nuovo questa scelta professionale?

<Nel periodo degli studi in medicina ho provato a fare altri lavori. Alla fine ho capito che, semplicemente, il medico mi veniva meglio. A Massa sto bene, lavorare in un polo come l’Ospedale del cuore è prestigioso, perché c’è un’atmosfera speciale. Ho girato tanti centri del mondo ma l’organizzazione che c’è qui è davvero rara".