Toscana in rivolta contro le riforme del 118

"Meno medici e soccorritori. Costi incredibili per le associazioni"

Una soccorritrice (foto di repertorio)

Una soccorritrice (foto di repertorio)

Firenze, 24 novembre 2019 - È bufera, anche in Toscana, sul 118, il sistema dell’emergenza-urgenza, stretto fra ipotesi di riforma nazionali e regionali, oltre che da modifiche locali. La rivoluzione più grande è quella ipotizzata a Roma e, nelle scorse settimane, ha spinto i rappresentanti di Anpas, Croce Rossa e Misericordie (molti proprio dalla Toscana) a organizzare un presidio davanti a Montecitorio. "È una riforma che distruggerebbe il sistema toscano – dice l’onorevole Stefano Mugnai (Forza Italia) – visto che ipotizza una progressiva eliminazione dei volontari a favore di solo personale dipendente. L’obbiettivo è evitare il lavoro nero, ma in Toscana questo problema non esiste".

"È singolare che mentre mancano risorse e il volontariato, integrato con i professionisti sanitari pubblici, non mostra criticità, si pensi di togliere i volontari – continua Alberto Corsinovi, presidente delle Misericordie Toscane - . Questo in Toscana porterebbe a un aumento dei costi del 600%: una postazione con due soccorritori per turno costerebbe 480mila euro l’anno, più la manutenzione dei mezzi, rispetto ai 100mila che la Regione eroga oggi come rimborso alle associazioni".

C’è però anche un’altra riforma: quella in discussione in Consiglio regionale. Si vorrebbero normare alcuni aspetti, ma i mal di pancia sono ricominciati. "Eravamo certi che la discussione sulla legge 25, da noi bloccata a marzo, non avrebbe trovato ulteriori tentativi di approvazione – si legge in una lettera a firma dei 400 medici e infermieri del 118 toscano -. Potevamo non scagliarci contro una riforma che avrebbe potuto mandare nelle nostre case due soli soccorritori di cui magari un ultra70enne in aiuto del solo medico o del solo infermiere? E in cui le automediche aziendali, che oggi costano non più di 15mila euro all’anno, sarebbero potute costare quasi 10 volte tanto?".

Dalla Regione minimizzano. "La norma è in commissione – dice l’assessore alla Salute, Stefania Saccardi – e riguarda aspetti tecnici. Nessuna riforma globale del 118 è in arrivo".

"Stiamo ascoltando gli addetti ai lavori – prosegue il presidente della Commissione sanità, Stefano Scaramelli – e l’iter è in corso. Nel complesso, la legge confermerà la valenza pubblica di medici e infermieri, migliorerà i livelli formativi, terrà insieme le varie istanze demandando i dettagli a un regolamento. Le automediche resteranno pubbliche e sul numero di soccorritori per mezzo ci sono varie ipotesi ma nessuna peggiorativa. Le polemiche sono incomprensibili".

"La Regione sta riformando la legge 25 perché è superata – sostiene il presidente di Anpas Toscana, Dimitri Bettini – si tratta di normare ciò che già accade. Se poi c’è chi vuole un sevizio gestito solo da dipendenti pubblici lo dica e si vada avanti con la riforma nazionale proposta da alcuni 5 Stelle, distruggendo il sistema toscano".

E in varie zone della Toscana, il 118 sta riorganizzando i servizi con meno medici, fra i malumori di sindaci e residenti. "Che almeno sia un passaggio progressivo – dice Corsinovi delle Misericordie – non si possono togliere i medici, sia pur riorganizzando il sistema, senza che i cittadini protestino".