PINO DI BLASIO
Cronaca

Mps, il sindaco chiede di incontrare Draghi "Siena si ribella alla macelleria sociale"

De Mossi scrive al premier: "La banca ha fatto la storia d’Italia grazie ai dipendenti". Il senatore Nencini: "UniCredit non è l’unica soluzione"

Banca Mps(Foto Paolo Lazzeroni)

Banca Mps(Foto Paolo Lazzeroni)

Siena. 7 luglio 2021 - «Pretendere oggi di risolvere la vicenda Monte dei Paschi utilizzando soltanto la buona pratica bancaria e i numeri di bilancio, significa negare cosa una delle banche più capitalizzate d’Italia abbia fatto negli ultimi trenta anni per andare incontro alla politica. Anzi ad una ben precisa parte politica, come pure ad altre esigenze di carattere internazionale, legate ad appartenenze diverse da quelle squisitamente bancarie. Il rischio è quello di una macelleria sociale e di perdita di un’identità antica, importante e quasi millenaria". Come annunciato nella conferenza stampa per dare voce alle paure della città, il sindaco di Siena Luigi De Mossi ha scritto una lettera aperta al presidente del consiglio Mario Draghi e al ministro dell’economia Daniele Franco sulla "urgente e grave situazione" che sta vivendo Banca Mps . Gli errori del passato, è la tesi sostenuta da De Mossi e da tutto il centrodestra, da Salvini alla Meloni, sono stati provocati da ingerenze e pressioni soprattutto del Pd e delle sigle che l’hanno preceduto. "Rischiare una macelleria sociale - conclude il sindaco di Siena - significa negare un’intera storia di continui sacrifici, fatti da tanti dipendenti, la maggioranza dei quali provenivano dal mio territorio e che hanno reso grande l’Italia, collaborando anche con Banca d’Italia. Oggi, pur nel riconoscere i grandi errori fatti dalle ultime amministrazioni della banca (con alcune rilevanti eccezioni), credo che sia giusto, prendendo in considerazione gli evidenti obblighi di legge, tenere conto di una tradizione, di quanto Monte dei Paschi, la città di Siena, la Regione Toscana e i dipendenti, chiamati ’uomini e donne del Monte’ abbiano dato all’Italia". Il senatore del Psi Riccardo Nencini, eletto nel collegio a metà tra Siena e Arezzo, fa leva sulle differenze tra il bilancio semestrale di Mps, chiuso con un utile da 202 milioni, e i timori di rischi considerevoli per la banca, paventati dal ministro Franco. "Una ragione in più per fare chiarezza e per chiedere a Bruxelles una proroga e predisporre così un progetto organico che preveda un rafforzamento strutturale del MPS senza affidarsi esclusivamente a UniCredit. In campo non vi è una sola soluzione. Ve ne sono almeno tre. La creazione di un terzo polo bancario: difficile da realizzare ma nient’affatto impossibile se considerato strategico anche dal governo. La costituzione di un polo bancario toscano, un polmone per la piccola e la media impresa e per quei settori produttivi a forte innovazione ben insediati sul territorio. Infine - conclude Nencini - la reale tutela e valorizzazione della banca da parte di UniCredit, mantenendo l’identità della banca". Per chiudere il coro politico all’ombra di Rocca Salimbeni la richiesta al presidente della Fondazione Mps di portare in deputazione generale l’accordo da 150 milioni di euro con la banca, approvato sia dal Monte che da Palazzo Sansedoni, che ha chiuso il contenzioso da 3,8 miliardi potenziali di richieste danni.