Medicina, è morto il farmacologo Pepeu. Preziose le sue ricerche contro l'Alzheimer

Aveva 91 anni, era uno scienziato di fama internazionale. Ha insegnato nell'ateneo fiorentino dal 1974 al 2005

Giancarlo Pepeu

Giancarlo Pepeu

Firenze, 22 novembre 2021 - È morto ieri a 91 anni Giancarlo Pepeu, professore emerito di farmacologia dell'Università di Firenze, e farmacologo di fama internazionale. Pepeu, originario di Milano, nel 1954 dopo la laurea in medicina e chirurgia all'ateneo fiorentino, ha iniziato la sua attività di ricerca nell'Istituto di farmacologia allora diretto da Mario Aiazzi-Mancini proseguendola dal 1958 come 'postdoctoral fellow' al Department of pharmacology della Yale University. Dal 1961 al 1968 è stato assistente a Sassari, aiuto a Pisa e a Firenze.

Divenuto ordinario di farmacologia nel 1968 a Cagliari, è rientrato a Firenze nel 1974 dove ha insegnato a medicina fino al 2005. Nell'Ateneo è stato prorettore alla ricerca scientifica e ai rapporti internazionali, oltre a ricoprire la carica di direttore del dipartimento di farmacologia preclinica e clinica e svolgere vari incarichi organizzativi. Pepeu è stato anche presidente della Società italiana di farmacologia ed è stato eletto 'Honorary fellow' della British pharmacological society.

«Nella sua lunga e appassionata vita di ricerca - ricorda l'Ateneo fiorentino esprimendo cordoglio per la scomparsa - ha contribuito in modo sostanziale alla comprensione dei meccanismi della neurotrasmissione colinergica nel sistema nervoso centrale e della fisiopatologia della malattia di Alzheimer. I suoi oltre 300 articoli hanno avuto risonanza internazionale e gli sono valsi numerosi riconoscimenti dal mondo accademico e scientifico internazionale, fra cui il 'Life-time Achievement Award' della Alzheimer's Association, la 'Copernicus Medal' della Polish Academy of Sciences e il titolo di 'Honorary Doctor of Science' da parte dell'Università dell'Arizona. Uomo colto e di larghe vedute, eccellente didatta - ricorda ancora l'Università -, ha saputo appassionare generazioni di studenti alla farmacologia accogliendone numerosi nei suoi laboratori, promuovendone la crescita scientifica e seguendone con partecipe attenzione la carriera nell'Università e nell'industria farmaceutica, spesso anche fuori dei confini nazionali».