La fotocellula salvavita era disattivata: terzo indagato per la morte di Luana

Daniele Faggi, marito della titolare dell’azienda. Per l’accusa "amministratore di fatto e addetto alla manutenzione "

Luana D’Orazio, l’operaia 22enne morta in un incidente sul lavoro a Montemurlo (Prato)

Luana D’Orazio, l’operaia 22enne morta in un incidente sul lavoro a Montemurlo (Prato)

Prato, 1 giugno 2021 - Si aggiunge un altro indagato nella complessa inchiesta sulla morte della giovane operaia Luana D’Orazio. Ieri mattina Daniele Faggi, marito della titolare dell’azienda di Montemurlo dove è morta la ragazza il 3 maggio scorso, ha ricevuto l’avviso di garanzia. Le ipotesi di reato sono le stesse contestate agli altri due indagati, la moglie Luana Coppini e il manutentore esterno Mario Cusimano: omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche. Faggi è stato ritenuto dal pm Vincenzo Nitti "amministratore di fatto" dell’azienda e "addetto alla manutenzione" dell’orditoio che ha ucciso Luana, 22 anni e mamma di un bambino di 5. Il ruolo e la qualifica di Faggi sarebbero emersi in un secondo momento quando la procura ha sentito gli operai dell’azienda come persone informate sui fatti. Motivo per cui non è stato indagato subito dopo la tragedia come successo con la moglie e il manutentore. Potrebbero essere stati i colleghi di Luana a indicare in Faggi il reale titolare dell’"Orditura srl" di via Garigliano, formalmente intestata alla moglie. Per la procura era Faggi a occuparsi della manutenzione delle macchine, compresa quella che ha stritolato l’esile corpo della ragazza. Una riprova potrebbe essere arrivata dall’interrogatorio reso venerdì scorso dall’altro indagato, Cusimano, che avrebbe fornito spiegazioni tecniche sul macchinario. Cusimano , assistito dall’avvocato Stefano Camerini, avrebbe dichiarato al pm di non essere stato lui a manomettere la macchina in quanto lui si occupava solo della "parte meccanica". Disattivare i sistemi di sicurezza, ha aggiunto Cusimano, non è difficile, è un’operazione che "chiunque saprebbe fare". Il sospetto della procura è che sia stato Faggi a disattivare la fotocellula che fa muovere la saracinesca di protezione dell’orditoio. L’ipotesi, però, deve ancora trovare conferma. L’altra indagata, Luana Coppini difesa insieme al marito dagli avvocati Barbara Mercuri e Alberto Rocca, non è ancora stata interrogata. Gli inquirenti preferiscono attendere i risultati della perizia tecnica. Nel sopralluogo di mercoledì scorso, i consulenti hanno appurato che la fotocellula era stata disattivata e hanno provato a riattivarla. Una volta ripristinata, il famigerato cancello ha funzionato regolarmente. Come e quando la fotocellula sia stata manomessa non è stato stabilito. E se fosse stata in funzione avrebbe potuto fermare il macchinario quando Luana si è avvicinata troppo? Per rispondere a questa domanda, sarà fondamentale la relazione del perito nominato dalla procura. Un altro tassello importante per risalire alla dinamica dell’incidente arriverà dalla lettura della scatola nera. La perizia riprenderà venerdì, giorno in cui dovrebbero essere disponibili i codici della casa costruttrice del macchinario in Germania. La lettura dei codici è necessaria per capire a che velocità girasse la macchina e a che punto della lavorazione era arrivata Luana prima di essere ingoiata dagli ingranaggi dell’orditoio. Intanto è notizia di pochi giorni fa che il tutor di Luana (che lavorava in azienda da due anni con un contratto di apprendistato) si è dimesso in tronco, senza dare preavviso. L’uomo ebbe un malore il giorno dell’incidente mortale e venne portato in ospedale da un’ambulanza. Il tutor e caporeparto della ragazza è stato per un periodo in malattia fino alla decisione di lasciare il posto nell’orditura. Al momento non risulta che ci siano contestazioni verso di lui nonostante fosse la persona indicata a stare accanto alla ragazza in quanto apprendista.