ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Artiglieria contro le liste d’attesa. Il privato sociale in prima linea. Maxi pacchetti di visite ed esami

Il governatore lancia il volontariato nei 4 punti della ricetta per sfoltire i volumi delle prestazioni in stand-by. Sanità al centro del dibattito politico: verso le elezioni la Toscana accelera

Potenziare il rapporto con il privato sociale è uno dei punti della ricetta toscana per affrontare problema delle liste d’attesa

Potenziare il rapporto con il privato sociale è uno dei punti della ricetta toscana per affrontare problema delle liste d’attesa

Firenze, 8 dicembre 2024 – Potenziare il rapporto con il privato sociale è uno dei quattro punti della ricetta varata dalla Toscana per provare ad affrontare di petto il problema storico delle liste d’attesa. Il mondo dell’associazionismo sanitario negli ultimi anni ha potenziato le proprie strutture, acquistato macchinari all’avanguardia, moltiplicato gli ambulatori offrendo prestazioni a prezzi più abbordabili rispetto al privato anche se non concorrenziali con il ticket del sistema sanitario pubblico, o almeno non più dal 2020, quando la Toscana ha abolito gli scaglioni per fasce di reddito.

In quale modo il privato sociale entrerà in campo per l’abbattimento delle liste d’attesa? Acquistando un numero maggiore di pacchetti di visite ed esami. Sono le parole del governatore toscano Eugenio Giani. Che spiega la “volontà di potenziare con il volontariato un rapporto ancora più stretto e collaborativo, come del resto è previsto nella rinnovata convenzione siglata”.

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Nel 2024 un intervento sperimentale, in tal senso, era già stato avviato nei territori dell’Asl Toscana Nord Ovest dando buoni esiti e facendo mettere nei propositi della Regione di estendere il progetto anche alle altre due aziende sanitarie. Dunque i 10 milioni che la Regione ha appena destinato all’abbattimento delle liste d’attesa, dopo aver esaurito i 32 del fondo sanitario nazionale proprio a questo scopo, serviranno a finanziare il lavoro straordinario dei medici impegnati in questo frangente (in particolare per le visite e per l’attività chirurgica), ad acquistare pacchetti dal privato convenzionato (soprattutto per la diagnostica) ma anche a dare avvio al progetto sperimentale specialistico dai medici di famiglia e al potenziamento del rapporto con il privato sociale, con l’acquisto di un massiccio pacchetto di visite ed esami.

Naturalmente i 10 milioni serviranno in aggiunta ai milioni che la Toscana dovrà ricevere dallo Stato per il 2025. Il tema del salvataggio del sistema sanitario pubblico, sull’orlo del baratro per mancanza di risorse e per i tagli con l’accetta ricevuti almeno negli ultimi vent’anni, è al centro del dibattito politico ed ha animato le recenti campagna elettorali in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna.

L’impressione è che anche in Toscana l’amministrazione voglia giocare all’attacco. Ci si avvia verso le elezioni avendo incassato il primato testa a testa con il Veneto nei primi dati provvisori del Sistema di Garanzia 2023 per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza. I cosiddetti Lea parlano di una Toscana al vertice. Dati premianti per la Toscana, in particolare per i dipartimenti di Prevenzione, cenerentole per finanziamenti (nella spartizione delle risorse ricevono solamente il 5% del fondo sanitario), che svettano a livello nazionale nei rapporti Agenas. Per dare futuro e gambe alla sanità pubblica la prevenzione sarà al primo punto. Ma avrà bisogno di più soldi.