La maturità con l'aiutino

Lettere a La Nazione - Risponde il vicedirettore

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 1 agosto 2015 - Caro direttore, è vero che sono più bravi gli studenti del sud Italia? Lo dicono i voti della maturità, anche se durante l’anno ogni statistica dimostrerebbe il contrario. Che succede? I ragazzi dovrebbero presentarsi alla competizione globale con gli stessi criteri di valutazione e un identico livello di preparazione, in ogni angolo d’Italia.

Riccardo Rossetti

Mentre i sindacati si preparano ad aprire un nuovo fronte contro la riforma della scuola appena varata dal governo Renzi, arrivano nuove sorprese dai risultati della maturità. Migliorano in generale le performance degli studenti italiani, nonostante le orecchie da asino che ogni anno ci mette l’Europa non solo per i risultati ma anche per come funziona il sistema nazionale di valutazione del sistema scolastico con i famigerati quiz Invalsi. Insomma, ultimi durante l’anno e primi alla fine. Ci può anche stare. Quello che non torna è il divario tra nord e sud, con il ribaltone e la conseguente pioggia di «cento» a favore dei ragazzi appena usciti dalle scuole del meridione. Siccome per l’ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato conta anche il voto alla maturità e molti atenei prevedono sconti ed esenzioni sulle tasse universitarie per chi si è distinto all’esame di Stato, qualche sospetto viene. Dove c’è meno lavoro, meglio continuare a studiare, magari con l’aiutino. 

Mauro Avellini