"La Tosca rivive a Firenze: una nuova interpretazione moderna e controcorrente al Maggio Musicale"

Il 86° Festival del Maggio Musicale Fiorentino presenta una nuova e moderna messinscena di Tosca, ambientata negli anni '30 nell'Eur romano. La regia di Massimo Popolizio e la direzione di Daniele Gatti promettono un'interpretazione rispettosa e innovativa dell'opera pucciniana. Sold-out per le prime due recite, con un cast d'eccezione e una lettura musicale che si propone di riportare alla luce aspetti trascurati dell'opera.

Puccini secondo Popolizio, un allestimento controcorrente: protagonisti Vanessa Goikoetxea e Piero Pretti (Cavaradossi)

La maestosità romana, come si sa, fa da sfondo alla vicenda di Tosca, il capolavoro pucciniano del 1900. Ma questa volta non si tratta della Roma rinascimentale e barocca tra Sant’Andrea della Valle, Palazzo Farnese e Castel Sant’Angelo in cui si dipana la vicenda di Sardou e a cui siamo avvezzi in virtù degli innumerevoli allestimenti di una delle opere più amate e rappresentate al mondo. È una maestosità più moderna: quella degli anni ’30 e dei marmi del quartiere dell’Eur. Si annuncia controcorrente la nuova messinscena di Tosca, terzo titolo operistico nel cartellone dell’86° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, per la regia di Massimo Popolizio con Daniele Gatti alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro. Cinque recite: la prima venerdì 24 maggio alle 20, le repliche il 26 e 3, 6, 8 giugno. Proprio per non correre il rischio di replicare qualcosa di già visto si cambia passo, per entrare nelle pieghe profonde di una partitura che è più complessa di quanto non si creda, evitando ogni stereotipo e nel completo rispetto della scrittura pucciniana originale.

Di pari passo alla curiosità, cresce dunque l’aspettativa. Le prime due recite sono già sold-out e pochissimi sono i posti che restano per le altre. Anche la compagnia di canto è al passo: una formidabile Vanessa Goikoetxea, al suo debutto al Maggio nei panni di una Tosca in tacchi alti e dalle movenze flessuose, affascinante e seducente cantante jazz. Piero Pretti è Cavaradossi, in questo ruolo per la prima volta nella sua brillante carriera. Il baritono Alexei Markov, invece, è ormai uno Scarpia espertissimo.

Una lettura, quella di Gatti, che tende a ‘scrostare le incrostazioni’: "Avvicinarsi a Tosca è come aprire un romanzo. Mi sono spesso chiesto come mai la tradizione interpretativa si allontanasse dal segno scritto. È un’opera sentimentale? O passionale? Le indicazioni che Puccini ci ha lasciato sono chiarissime e talvolta noi le trascuriamo per adattarle ai nostri sentimenti, per poi accorgersi che l’autore è più moderno di quello che pensiamo. Tosca è forte ma al contempo fragile nella sua gelosia ossessiva. Nel terzo atto, ucciso Scarpia, è completamente fuori di sé. All’inizio Cavaradossi deve risolvere un grave problema politico: nascondere Angelotti. E l’amore (ma è poi vero amore?), passa in secondo piano. Puccini è molto più moderno delle nostre esecuzioni: per rendergli omaggio nell’anno del centenario dobbiamo riportare alla luce aspetti trascurati. Perciò mi rivolgo a un pubblico nuovo che comprende che il teatro viene prima delle esigenze vocali". "Insieme a Margherita Palli – aggiunge Popolizio -ho cercato un punto di vista diverso per valorizzare al meglio i temi dell’opera. Come riferimento abbiamo preso un grande film di Bernardo Bertolucci, Il conformista, nel quale si respira una Roma elegante ma anche estremamente violenta: come Scarpia, che è anche profondamente sadico. Da attore mi sono messo dalla parte dei cantanti e li ho aiutati a imparare come si usa un bastone o come si accavallano le gambe: tanti piccoli frame di una sceneggiatura già cinematografica: una storia nota, ricomposta attraverso tanti piccoli particolari".

Chiara Caselli