Coronavirus, studenti a casa ma scuole aperte e personale al lavoro

Claudio Gaudio (Cisl Scuola): “I dirigenti toscani stanno pensando di chiedere alla Regione di chiudere le scuole”

Una collaboratrice scolastica

Una collaboratrice scolastica

Firenze, 12 marzo 2020 - Come si organizzano le scuole ai tempi del Coronavirus? Tra organici ridotti al minimo e malumori di chi deve comunque recarsi sul luogo di lavoro, e dirigenti che si stanno organizzando per chiedere alla Regione Toscana la chiusura, la fotografia della situazione è nelle parole di Claudio Gaudio, segretario generale Cisl Scuola Firenze Prato.

“Allo stato attuale le scuole non sono state chiuse, ma sono state sospese le attività didattiche. Fossero chiuse, non ci sarebbe dentro nessuno – spiega Gaudio – Sono dunque state avviate delle procedure, come appunto la didattica a distanza. Ovviamente per fare questo c’è bisogno di un dirigente scolastico e  di una segreteria che funzioni, pur col minimo contingente possibile, e di qualcuno che apra e chiuda la scuola. In questo contesto, le persone che in questo momento risultano operative dentro gli edifici scolastici sono i dirigenti e il personale Ata, assistenti amministrativi, assistenti tecnici e collaboratori scolastici. Ovviamente il decreto dell’8 marzo ha stabilito alcune condizioni: ossia non c’è bisogno dell’intero organico, ma si può ricorrere a un contingente minimo che occorre a garantire il servizio minimo essenziale. La ratio è: non si possono tenere 50 persone operative se ne servono meno di una decina, questo per fare un esempio. Il decreto impone dunque di avvalersi di un organico ridotto, perciò si deve tenere fuori dal servizio quante più persone possibili, proprio per evitare assemblamenti e spostamenti, a garanzia della salute pubblica”. Ma quali sono le condizioni del personale? “Variano da lavoratore a lavoratore in base al contratto che hanno – spiega Claudio Gaudio – Per chi ha un contratto a tempo indeterminato, è previsto che si possa decorrere alle ferie dell’anno precedente e non dell’anno in corso. Dopo aver esperito le vecchie ferie, prese necessariamente d’ufficio, ed eventualmente dei recuperi, possono usufruire dell’articolo dedicato alla condizione d’impossibilità a prestare la propria azione lavorativa. Per fare un esempio, è come se la loro situazione attuale dovuta a quest’emergenza fosse assimilata a quella in cui c’è la neve: il sindaco chiude la scuola ma nessuno è tenuto a perdere, per questo motivo, la propria giornata di lavoro, proprio perché non dipende dalla propria volontà, ma da cause di forza maggiore”.

Dunque, i lavoratori con contatto a tempo indeterminato ove non indispensabili ai servizi minimi garantiti, che hanno già usufruite delle ferie, a turnazione, possono usufruire di questa possibilità. Cosa diversa invece per i lavoratori della scuola che hanno un contratto a tempo determinato “molto spesso in scadenza al 30 giugno – spiega Gaudio - Nel loro caso, se in questo momento hanno maturato dei giorni di ferie, possono utilizzarli, e certo questa non è una cosa digerita bene dal personale a tempo determinato”. E se l’emergenza dovesse ancora durare a lungo? “Allora si potrà ricorrere in maniera massiccia all’articolo che prevede di non poter prestare il proprio servizio per cause di forza maggiore”. Quanto alla sicurezza nell’ambiente di lavoro del personale che in questi giorni presta servizio negli edifici scolastici: “Con l’organico ridotto al minimo, in tutte le scuole si osserva il rispetto di tutte le norme di sicurezza previste nella normativa, a contrasto della diffusione del contagio. Ai professori, che per l’attività didattica a distanza ad esempio possono avere necessità di recarsi ad in laboratorio, l’accesso è garantito loro nel rispetto di tutte le accortezze imposte dalla normativa. È stato detto ai dirigenti scolastici di rendere il lavoro del personale scolastico praticabile da casa per quanto possibile. Avviene così per gli assistenti amministrativi. Ovviamente ci sono cose che non si possono trasferire sul proprio computer di casa, per motivi di privacy, e allora occorre la presenza di un minimo di personale nell’ufficio di segreteria”. “Nonostante le scuole di fatto non siano chiuse, non c’è apertura al pubblico – sottolinea Gaudio –. Ma finchè non viene deliberata per legge la chiusura delle scuole, tutto questo personale, anche se ridotto al minimo, resta in servizio. E tra i dirigenti scolastici a livello toscano, nelle varie chat, credo di poter dire che c’è una richiesta che verrà avanzata a livello regionale, al presidente Rossi e all’assessore Grieco, per la chiusura delle scuole”.

Maurizio Costanzo