«Niente bambini nel nostro albergo». L’ultima tendenza / SONDAGGIO

Toscana, alcune strutture ricettive pongono regole «per tutelare il relax»

Un paesaggio agreste. Aumentano gli agriturismi "no bambini"

Un paesaggio agreste. Aumentano gli agriturismi "no bambini"

Firenze, 8 agosto 2017 - Una vacanza di silenzio e riposo? Venite da noi: qui non ci sono bambini. E’ la moda delle strutture ricettive «no kids», quelle che si rivolgono a una clientela di soli adulti. Sono sempre di più e basta cercare in rete per trovare soprattutto agriturismo immersi nel verde che in maniera più o meno esplicita avvisano che i bambini non sono graditi. C’è chi specifica che l’accesso è riservato ai maggiori di 14 anni, qualcuno si spinge fino ai 18, altri sottolineano che «la struttura è adatta a un pubblico di soli maggiorenni».

 

La domanda che molti si pongono è: si può fare? Il punto lo centra Giacomo Bassi, sindaco di San Gimignano, capitale italiana dell’agriturismo (qui c’è il record di numero di strutture in proporzione al territorio): «Dico subito che a me questa filosofia non piace, anzi: noi andiamo verso un’inclusione sempre maggiore, abbiamo anche in ponte un progetto per l’accoglienza dei bambini autistici nelle realtà ricettive. Però da sindaco penso che non sia illegale rivolgersi a un certo tipo di clientela, è un’offerta commerciale. Diverso sarebbe il caso di un divieto esplicito. Insomma, dire che non si è adatti ai bambini è una cosa, mettere alla porta una famiglia che ha prenotato una camera è un’altra».

Ma non c’è giurisprudenza, la moda è recente e non ci sono sentenze in merito. Però la questione è scivolosa: «Il testo unico sulla pubblica sicurezza – dice l’avvocato Simone Falusi del foro di Prato – esclude che si possa negare il servizio in un locale pubblico senza un valido motivo. E credo che per un giudice varrebbe anche per i locali aperti al pubblico».

«Non sono Erode. Solo che la nostra struttura non è adatta ai bambini perché qui non si troverebbero bene. I piccoli hanno una loro meravigliosa natura, soprattutto in vacanza devono essere liberi di correre, di saltare, di esprimersi, mentre questo è un luogo di rigenerazione, silenzio, quiete e relax». Sa di toccare un tema pericoloso, ma difende la sua scelta senza esitazioni Cledy Tancredi, una delle imprenditrici che ha deciso di «intercettare un segmento di clientela che chiede proprio questo». Direzione che, soprattutto sul web, porta spesso ad attirare valanghe di critiche.

Eppure la sua incantevole Fortezza de’ Cortesi, nel borgo di Monti, a dieci minuti da San Gimignano, ha un punteggio molto alto sui principali siti specializzati, come Booking o Tripadvisor. Lei, ex attrice che col marito tanti anni fa ha lasciato Milano per cambiare vita, ha preso la struttura «e dopo nove anni di sangue, sudore e lacrime l’ho riportata alla sua dignità originale, quando era un centro umanistico di rilevanza europea». Insomma, un luogo particolare: non esiste la televisione, per dire, ma c’è la musica classica in filodiffusione nelle camere. «E niente ombrelloni»

. E aggiunge: «Senza dimenticare i genitori, spesso maleducati. Come quella coppia di sudamericani, ricchissimi, che portò la figlia al ristorante senza le mutandine. La piccola, poverina, fece quel che doveva nel mezzo della sala. Purtroppo il turismo globalizzato porta di tutto, anche questo».