Agrumi infetti, al porto di Livorno 7 intercettazioni da gennaio a oggi

Le ispezioni hanno l’obiettivo di evitare il rischio di introdurre organismi nocivi per le piante: una minaccia per il patrimonio agricolo e ambientale toscano e nazionale

Il porto di Livorno

Il porto di Livorno

Livorno, 10 agosto 2020 - Da gennaio ad oggi al porto di Livorno sono state ben sette intercettazioni di agrumi infetti. A comunicarlo è il Servizio Fitosanitario regionale  che prosegue la sua costante attività di ispezione tesa ad evitare il rischio e pericolo di introduzione di organismi nocivi per le piante nel territorio dell’Unione Europea e minacciare gravemente il patrimonio agricolo ed ambientale toscano e nazionale. Attività mai interrotta neppure durante l’emergenza sanitaria da Covid.

Sette intercettazioni che hanno riguardato la cosiddetta ‘macchia nera degli agrumi’ e ‘il cancro batterico degli agrumi’, gli organismi nocivi più frequentemente individuati: una loro accidentale introduzione e diffusione comporterebbe un notevole danno alle regioni agrumicole, Italia meridionale e la Spagna, dato che entrambi i patogeni rendono i frutti non più commercializzabili. La frutta, che proveniva da Argentina, Uruguay, Brasile e Cina, non è quindi entrata in Unione Europea ed è stata rispedita al mittente o distrutta oppure inviata ad un paese terzo extra Unione Europea. Attraverso il Porto di Livorno, uno dei più importanti nel mar Mediterraneo e tra i principali punti di ingresso di vegetali e prodotti vegetali provenienti da Paesi extra Unione Europea, vengono importate diverse tipologie di prodotti, soprattutto frutta fresca, sementi e legname, tutti sottoposti a controllo fitosanitario. Tra maggio e ottobre arrivano considerevoli quantitativi di agrumi che vengono scrupolosamente ispezionati, soprattutto per il rischio di introduzione di mosche e farfalle della frutta, nonché di batteri e funghi la cui presenza nella UE non è stata ancora segnalata ed in grado di danneggiare gravemente le produzioni agricole. Gli agrumi provengono sopratutto da Sud Africa, Argentina, Uruguay e Brasile. Per procedere celermente nell’attività di controllo, i frutti con una sintomatologia riconducibile rispettivamente al ‘cancro batterico degli agrumi’ ed alla ‘macchia nera degli agrumi’ vengono campionati e sottoposti ad analisi di biologia molecolare presso il laboratorio del Servizio Fitosanitario della sede di Livorno, all’Inteporto Toscano ‘Amerigo Vespucci’. Le analisi vengono effettuate nel più breve tempo possibile, in genere già in due ore si ha la possibilità di capire se la merce può essere importata o meno.

Maurizio Costanzo