La Toscana che invecchia Oltre 1.500 centenari e sempre meno figli "Servono subito sostegni"

In Toscana l'aspettativa di vita è alta ma per invecchiare bene è necessario puntare su politiche di prevenzione e di invecchiamento attivo. La fecondità è pari a 1,2, con conseguenze sulla spesa sanitaria e pensionistica. Serve un sostegno alla genitorialità.

La Toscana che invecchia  Oltre 1.500 centenari  e sempre meno figli  "Servono subito sostegni"

La Toscana che invecchia Oltre 1.500 centenari e sempre meno figli "Servono subito sostegni"

di Elettra Gullè

FIRENZE

"Se non si punterà su misure di sostegno alla genitorialità, ci attende un futuro in cui la popolazione anziana sarà ancora più preponderante. Con conseguenti riflessi sulla spesa sanitaria e pensionistica".

Elena Pirani è docente di Demografia all’Università di Firenze. In base ai dati Istat relativi al 2021, la "fecondità in Toscana è pari ad 1,2. Insomma, mediamente ogni donna partorisce poco più di un figlio a testa. In Italia siamo all’ 1,25. Pertanto, non ci discostiamo granchè dalla situazione nazionale".

L’invecchiamento demografico è sotto gli occhi di tutti. "L’aspettativa di vita è alta. E questo, senza dubbio, è un dato positivo. Si vive meglio e più a lungo. Ma, certo, quando si arriva a una certa età bisogna vedere come si vive. Per questo dico che sarebbe necessario puntare maggiormente su politiche di prevenzione, in modo da avere poi anziani più in salute. Allo stesso tempo, il cosiddetto ‘invecchiamento attivo’ deve essere al centro della politica. Sappiamo bene quanto mantenersi in attività sia fondamentale per invecchiare bene".

Che cosa ci dicono i numeri sull’aspettativa di vita in Toscana?

"Le statistiche dicono che per i maschi l’aspettativa è di 81,3. Di 85,3 per le donne. Un dato leggermente superiore rispetto al resto d’Italia. Semplificando al massimo, possiamo dire che, di media, nella nostra regione si vive cinque-sei mesi in più rispetto alle altre zone dello Stivale". Dove si concentrano gli anziani?

"Beh, il progressivo invecchiamento della popolazione, in atto da qualche decennio e che negli ultimi anni si sta intensificando, è particolarmente accentuato nelle aree interne e anche in quelle montane: le nascite sono un miraggio e i giovani pochissimi. Si tratta di piccolissime realtà dove vivono perlopiù anziani che, con la loro morte, rischiano di scomparire e di diventare borghi fantasma".

Quale trend ci attende?

"Coi livelli attuali di fecondità, l’invecchiamento non può che crescere. Bisogna stimolare le coppie a far figli. So bene quanto il tema sia complesso soprattutto per il clima di incertezza lavorativa e la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro. Va invertita la rotta. Bisogna investire su un sistema di aiuti e di garanzie per arrivare a quella conciliazione che altri Paesi, come la Francia o quelli del Nord Europa sono riusciti a ottenere".

Che dire infine riguardo all’immigrazione?

"Non se ne può fare a meno, altrimenti avremmo interi settori sprovvisti di lavoratori. Gli esempi? Edilizia e cura della persona. Servono però un’immigrazione coordinata e politiche per l’integrazione".