In Santa Croce il racconto autentico e struggente dell’alluvione

In occasione del 57esimo anniversario dell'alluvione di Firenze, uno spettacolo racconta la tragedia attraverso gli occhi di tre testimoni, portando in scena la forza della città di reagire e risorgere. Un'occasione per visitare il Cristo di Cimabue, icona universale della ferita subita.

In Santa Croce il racconto autentico e struggente dell’alluvione

In Santa Croce il racconto autentico e struggente dell’alluvione

"Sotto la gran piova", scrisse il Villani raccontando l’alluvione del 1333, devastante come quella del 1966. In occasione del 57esimo anniversario dell’alluvione di Firenze, La Compagnia delle Seggiole e la Comunità Francescana di Santa Croce presentano "Sotto una gran piova d’acqua", spettacolo già sold out nato da un’idea di Massimo Sandrelli su testi di Sandro Bennucci, Marcello Mancini e Massimo Sandrelli. A portarlo in scena domenica sarà la Compagnia delle Seggiole con Fabio Baronti, Luca Marras, Andrea Nucci e Sabrina Tinalli, che proporranno la lettura drammatizzata in uno dei luoghi simbolo dell’Alluvione di Firenze, la Basilica di Santa Croce, dove Papa Paolo VI celebrò la messa del Natale 1966, e dove si trova attualmente il Cristo di Cimabue, diventato icona universale della ferita subita dalla città e dalla sua arte. La "gran piova" viene raccontata attraverso gli occhi di tre testimoni: un ragazzo di 16 anni che non sapeva che cosa fosse una calamità naturale. Enrico Mattei, l’allora direttore de "La Nazione", capace di scuotere i palazzi del potere con la sua penna, costringendo Roma a rendersi finalmente conto di cosa era veramente successo a Firenze, correndo in soccorso della città. E Piero Bargellini, che si fece carico di affrontare l’emergenza e di guidare la ricostruzione passando alla storia come il "sindaco dell’alluvione". Tre racconti, tre punti d’osservazione, tre stati d’animo diversi, ma un unico denominatore: il cuore straziato dalla vicenda apocalittica che aveva devastato Firenze. Un racconto autentico e struggente, che narra di una Firenze capace, anche nei momenti più difficili, di reagire con una forza straordinaria fino a risorgere. Presentando l’iniziativa, padre Giancarlo Corsini, rettore della Basilica, ha annunciato di voler "esporre il paramento sacro di Paolo VI e dedicare un pomeriggio della settimana alle visite guidate per i fiorentini al Cristo di Cimabue".

Maurizio Costanzo