"Assistenza domiciliare Siamo ancora indietro"

Il presidente dell’associazione Aima: "E’ necessaria l’innovazione organizzativa"

di Manuela Plastina

FIRENZE

"Compito della sanità è garantire percorsi di diagnosi e follow up adeguati, ma ancora non avviene".

Manlio Matera conosce bene l’Alzheimer: dal 1994 con l’associazione Aima, di cui è presidente, aiuta e sostiene le famiglie con demenze.

Matera, come è gestita a livello territoriale questa patologia?

"Sul fronte del governo regionale, ci sono progetti e linee di indirizzo di grande attenzione. Ma sul territorio no: i gestori dei servizi e le aziende sanitarie sono molto indietro. È la prima volta che la politica è più avanti rispetto alla gestione territoriale".

Che cosa manca?

"Sta diventando sempre più urgente garantire una presa in carico sanitaria della persona e della famiglia con diagnosi e follow up adeguati".

Come fare?

"Attraverso un’innovazione organizzativa che metta i diversi soggetti insieme con questo unico obiettivo: garantire la presa in carico dei pazienti e delle famiglie, dare risposte concrete e a lungo termine".

Perché è così urgente?

"Per due motivi. Il primo è l’occasione fornitaci dal Pnrr con le case di comunità: per essere realmente efficaci, devono diventare anche punti di accoglienza per la demenza, con la presenza di medici e infermieri specializzati".

Il secondo?

"Negli ultimi 10 anni la ricerca è andata avanti: ci sono circa 100 molecole sotto indagine per nuovi farmaci e tanti studi clinici su metodi di diagnosi tempestiva, addirittura prima che si manifestino i sintomi. Ma perché i farmaci siano efficaci, vanno somministrati nelle prime fasi della malattia, anche 10 anni prima dei sintomi. Bisogna agire con tempestività e la nostra rete oggi non è attrezzata per raggiungere tutti i malati che potrebbero trarre vantaggi da questi farmaci".

Che cosa serve al sistema?

"Più assistenza domiciliare specifica, più moduli Alzheimer nelle Rsa, maggiore tutela e potenziamento dei centri diurni".

C’è uguaglianza di trattamento dei pazienti in Toscana?

"Nei centri minori, lontani dalle province, è più difficile avere assistenza specializzata, bisogna spostarsi nelle grandi città. Rendere tutto il sistema equo e fruibile da tutti è un obiettivo possibile, se ci fosse un’attenzione adeguata al problema".

C’è un aumento dei casi di demenza senile?

"No. Il numero è legato all’età media della popolazione. Se ci sono differenze, è solo perché ci sono più diagnosi".

Come Aima che cosa offrite?

"Ascolto, comprensione, umanità. Perché le famiglie non si sentano sole, come avviene quando si alza un telefono e si trova una voce registrata che lascia in attesa e non dà risposte. Da noi le risposte ci sono attraverso forme di sostegno sia di consulenza che psicologiche".