
Lauro Minghelli
Arezzo - 15 febbraio 2017 - TREDICI ANNI oggi, il tempo passa, vola via, inesorabile. Tredici anni fa, il 15 febbraio 2004, il giorno della Madonna del Conforto, ci lasciava Lauro Minghelli. Aveva compiuto da poco 31 anni. Fatale la terribile Sla (sclerosi laterale amiotrofica) o morbo di Lou Gehrig. Lauro, di Maranello, la patria della Ferrari, nato l’11 gennaio 1973, cominciò a giocare da bambino proprio nel Maranello, poi nelle giovanili del Sassuolo, quindi in quelle del Torino. Centrocampista dai buoni mezzi atletici, arrivò ad Arezzo nel 1993 e ci rimase fino al 1998, conquistando due promozioni, in C2 nel 1996 e in C1 nel 1998, allenatore Serse Cosmi. Tra i suoi grandi amici Gabriele Graziani, figlio di Francesco, a quel tempo presidente dell’Arezzo, e Marco Di Loreto. Ecco il ricordo di Graziani junior, attuale allenatore del Mantova, in Lega Pro: «Eravamo amici fraterni con Lauro, una persona davvero speciale, fantastica. Sono passati 13 anni ma è una di quelle ferite che il tempo non riesce a lenire. Forse Dio lo ha voluto lassù, a fare cose più importanti».
Il giorno della sua scomparsa, una domenica, si giocava Arezzo-Pistoiese, la stagione della promozione in serie B. Lo stadio era pieno, ci fu un minuto di raccoglimento che vengono ancora i brividi a ripensarci. Un minuto in cui vennero ricordati Marco Pantani, morto il giorno prima, e Lauro, accomunati da un assurdo destino e da un grande abbraccio. La curva sud dello stadio ricorda proprio Minghelli, sfortunato, indimenticabile ragazzo.
Fausto Sarrini