L’Arezzo cambia le maglie dopo le proteste

I tifosi si mobilitano dopo la presentazione delle tre uniformi di gioco. In serata il club sostituisce la prima divisa: no agli inserti rossi

di Luca Amorosi

La rivolta dei tifosi contro le nuove maglie dell’Arezzo ha prodotto, a distanza di poche ore, il dietrofront del club. Che ha deciso di trovare un’altra soluzione da presentare nei prossimi giorni. Le tre divise da gioco firmate per la prima volta da Rever Iconic, azienda d’abbigliamento sportivo che fa a capo a Francesca Manzo, figlia del presidente del Cavallino, sono state accolte negativamente dalla piazza. Sotto accusa soprattutto la prima, amaranto ma con un tono su tono che progredisce ingiustificatamente sul rosso. Non particolarmente gradita anche la seconda, bianca con inserti e righe sottili grigie. Meglio la terza, gialla tono su tono con bordature nere, che era stata scelta proprio dai tifosi in estate tra tre opzioni.

"Orrende" e "orribili" sono solo alcuni degli aggettivi più usati dagli appassionati sui social.

In serata, la nota della società: "La Società Sportiva Arezzo, a seguito della presentazione della divisa ufficiale per la stagione sportiva, 2022-2023 comunica ai propri tifosi che solo al momento della consegna del materiale ha potuto constatare l’inesattezza cromatica che ha interessato la prima divisa dovuta ad una differenza sostanziale tra il rendering e il prodotto finale. Per tale motivo la società amaranto ha dato mandato a Rover Iconic per la sostituzione della prima divisa, con il fornitore ufficiale che provvederà quanto prima alla consegna di un nuovo completo". Durante la presentazione, l’amministratore delegato Selvaggio aveva cercato di smorzare i toni: "La maglia è sacra perché rappresenta la storia della città e la tifoseria, ma esistono anche esigenze di marketing e di business che impongono di stare al passo con i tempi e la modernità". "Questo non significa snaturare la storia e la maglia stessa", ha aggiunto Selvaggio, anche se è proprio questa la critica più aspra.

A peggiorare le cose, l’accozzaglia cromatica degli sponsor sul fronte. Sono quattro in totale i marchi che campeggiano sulla divisa, tre dei quali aretini (Marino fa Mercato, Agostini e Gimet Brass) oltre chiaramente al main sponsor New Energy.

Intanto a Milano, lontano dalle polemiche, il direttore Giovannini ha sondato il terreno per completare il reparto avanzato, ma non si è convinto a ultimare alcuna operazione, riservandosi di agire con più calma a mercato chiuso pescando tra chi ha rescisso in queste ore. Il profilo resta quello di un esterno offensivo under. Infine, prosegue a ritmi serrati la prevendita per l’esordio in campionato di domani. Sono quasi terminati i 400 biglietti per il settore ospiti dello stadio Muzi di Orvieto.