La spinta di Evelyn: "Non molliamo adesso"

La Vicchiarello in vista della sfida promozione con il Genoa: "Ci meritiamo la B, restiamo concentrate"

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Nella seconda parte della nostra intervista a Evelyn Vicchiarello, la centrocampista nata a Lanciano nel 1986 racconta come il pallone sia da sempre un inseparabile compagno di viaggio con cui ha condiviso momenti indimenticabili in una carriera luminosa e spiega perché l’Acf Arezzo è così vicina alla promozione in B.

Vicchiarello, a Terni un’altra vittoria che vi avvicina al sogno: se domenica al Comunale batterete il Genoa, sarà serie B.

"Sì, siamo state brave soprattutto a livello mentale a non mollare mai, anche quando il Pinerolo poteva superarci vincendo i recuperi che doveva giocare. Abbiamo sopperito ai momenti difficili, penso a Ivrea dove eravamo decimate per i tanti infortuni, rimanendo aggrappate alla vetta senza più sbagliare. Siamo consapevoli che domenica è la partita decisiva, ma dobbiamo affrontarla come tutte le altre, perché per noi ogni partita è stata una finale: merito di Testini che ci ha tenuto sempre sul filo del rasoio".

Cosa l’ha spinta a sposare il progetto Arezzo e che realtà ha trovato?

"L’anno prima avevo deciso di mollare il calcio e cimentarmi nel calcio a cinque, ma convincermi a tornare indietro è stato facile perché il calcio è sempre stato la mia vita. Quando mi ha chiamato l’Arezzo ho accettato subito la proposta del presidente Anselmi, una persona seria e caparbia. Sono rimasta sorpresa dall’organizzazione in società: non ci hanno fatto mai mancare nulla, per le trasferte partiamo in ritiro il giorno prima, le strutture sono all’altezza: anche questo sta facendo la differenza".

Quando e come è nata la passione per il calcio?

"Ho iniziato fin da piccola: dai sei anni fino ai 14 ho giocato con i ragazzi, poi non era più possibile e sono passata al calcio femminile. Ho avuto la fortuna di avere due genitori che hanno sempre assecondato questa mia passione, portandomi ovunque per giocare e allenarmi e spronandomi a inseguire il mio sogno, un aspetto per nulla scontato. I miei traguardi li devo a loro".

A quale tra i tanti è più legata? "Il primo scudetto a Bardolino non si scorda mai, ma anche indossare la maglia della Nazionale è un’emozione difficile da spiegare: direi che i ricordi più belli sono questi".

Nel suo futuro c’è ancora l’Arezzo?

"Prima di tutto penso a finire questa stagione con la vittoria del campionato. Poi, se va come deve andare, spero di vestire la maglia amaranto in B. Vorrei rimanere nel calcio anche una volta appese le scarpette al chiodo".

L.A.