Virus, scuole aperte ma città in apnea: niente malati, affari a picco, tende all'ospedale

Dodici i test negativi Chiesa: stop acqua santa e segno della pace. Fontana: «Più equilibrio» Vertice a Firenze, Ghinelli: «Comune in allerta». Rubate 50 mascherine

Tende e gazebo al pronto soccorso

Tende e gazebo al pronto soccorso

Arezzo, 26 febbraio 2020 - Non possiamo più scambiarci la pace al momento della Messa: e alla confessione i sacerdoti dovranno prendere qualche precauzione in più. Ma in compenso i nostri figli possono continuare ad andare a scuola. L’ennesimo vertice fiorentino ha spalancato, più che aperto, i portoni di elementari, medie e superiori. I boatos dicono che qualche istituto privato avrebbe deciso di chiudere i battenti ma nella «giungla» delle notizie fatichi a trovare il bandolo della matassa di tutto. «Non ci sono novità, la nostra Regione non è focolaio e ,si ritiene di non addivenire a decisioni drastiche» commenta il sindaco Alessandro Ghinelli uscendo dal vertice.

«Assicureremo altre azioni di prevenzione a tutela della salute dei cittadini» Una cosa è certa: qui di malati di coronavirus non ce ne sono. Per ora, e così la scaramanzia è servita. In tutto i casi sospetti sottoposti a tampone nell’aretino sono stati dodici in questi giorni, ci conferma il primario di malattie infettive Danilo Tacconi, uno dei super esperti della sanità toscana.

«Le segnalazioni aumentano e così le richieste: ma facciamo un grosso filtro». Sia a livello di 118 che di numero verde: perché in teoria a ogni colpo di tosse parte una richiesta di tampone. Di fatto vengono eseguiti solo quando ai sintomi si uniscano incroci con zone «rosse».

Intanto la Protezione civile ha montato le tende fuori del pronto soccorso, aiutata dalle associazioni di volontariato. Lì dentro viene eseguito il pre-triage: mascherine a chi ha i sintomi e una prima valutazione. Sul posto fissi o un medico o un infermiere. Sullo sfondo la grande paura, che non si allenta. Con ferite che si aprono ovunque.

Proprio in ospedale rubate altre 50 mascherine in radiologia Nei supermercati continuano le vendite a tutto fuoco, tanto da spingere a chiudere i negozi dei centri commerciali per dirottarli alle casse. Il mercatino di Sant’Agostino lamenta perdite a doppia cifra. Dall’Ascom Anna Lapini parla di «quarantena dei negozi». La chiesa corre ai ripari. Lo ha fatto la conferenza episcopale toscana.

Quattro le misure, operative già da oggi per le Ceneri. Svuotamento delle acquasantiere, comunione solo in mano (tra l’altro un bel passo avanti verso il Concilio), attenzione nelle confessioni e stop al segno della pace. Giù cazzotti? No, il Vescovo stempera il clima.

«E’ importante l’equilibrio: cautele senza drammatizzare. Chiedo ai credenti la preghiera per superare anche questa prova». Una prova maiuscola è chiesta anche ai medici di famiglia: reperibilità anche nei prefestivi e festivi fino alle 20. Qualche ordine ha già protestato, Arezzo no. «E’ un sacrificio ma consiglio – spiega il presidente dei medici Lorenzo Droandi – di garantire la reperibilità richiesta. In ogni caso l’allarme nei nostri ambulatori non è arrivato: le indicazioni sono chiare».

Un pizzico di allarme lo getta la Cgil sul personale. Non scioperi nè vertenze. «Ma l’emergenza dimostra che ci vogliono professionisti e non assunzioni a tempo: il pronto soccorso è sotto pressione, il nodo del personale va risolto». Difficile risolvere il nodo del turismo: le cifre sono da paura, disdette che volano come mosche. Ferite, ferite profonde che mettono a rischio il futuro di un settore.

Da Firenze la riunione dei sindaci getta acqua sul fuoco: la Toscana non è in zona rossa, le scuole restano aperte e così i vari eventi. A chiudere rischiano di essere le aziende: ferie obbligate, stop alle trasferte in diversi Paesi, un clima pesante dal produttore al consumatore. Nel quale ognuno, laici compresi, non sdegnerebbe una benedizione per resistere alla bufera: peccato che le acquasantiere siano state svuotate.