"Vado avanti, non ci farete fuori": Multiservizi, la verità di Ghinelli

«Dal centrosinistra vergognosa strumentalizzazione». «Con Bardelli solo ascolto come un sindaco deve fare, nulla di illecito». «Amendola indicato da Forza Italia»

Alessandro Ghinelli

Alessandro Ghinelli

Arezzo, 22 gennaio 2020 - Ascolta imperturbabile la raffica di accuse, gioca con le mani, le congiunge, unisce i pollici. Guarda i banchi dell’opposizione, non dà segni di nervosismo. Aspetta che arrivi l’ora della risposta, il momento che aspettano tutti nell’aula del consiglio comunale gremita come solo nelle grandi occasioni. Banchi quasi al completo, ma soprattutto tanta gente ad ascoltare, accalcata anche fuori dalla porta d’ingresso.

Parla Luciano Ralli, parla Francesco Romizi, tocca ad Alessandro Caneschi e ad Andrea Modeo: il centrosinistra ha sparato le sue palle incatenate. Ma ecco Alessandro Ghinelli, «contrariamente alle mie abitudini leggerò un testo scritto assieme ai miei avvocati».

E’ un testo duro nella sostanza anche se risposte precise in merito alla vicenda Multiservizi non arrivano. Fissiamoli subito i concetti base del sindaco che intanto avverte: vado avanti non ho alcuna intenzione di dimettermi, «abbiamo vissuto e intendiamo ancora vivere questo Palazzo con l’obiettivo di proseguire nella costruzione di un futuro per la città».

«Non ci toglieremo di mezzo, e non ci toglierete di mezzo», nonostante la «vergognosa e barbara strumentalizzazione politica». Chiarisce che non è stato Roberto Bardelli a indicargli Luca Amendola come presidente di Multiservizi, nomina arrivata «su proposta di di Forza Italia», dei «suoi vertici comunali, provinciali e regionali, cui competeva questa indicazione» nella logica dei consigli provenienti dalle forze che avevano concorso alla vittoria elettorale.

Per questo non ha rilievo «se Bardelli fosse amico o meno di Amendola, che possa aver gradito o meno la nomina». Quanto alle conversazioni, nei limiti stabiliti dai legali, Ghinelli replica così, non prima di aver ribadito la sua «totale estraneità» all’inchiesta. Dice di essersi comportato come un sindaco che dà ascolto ai suoi concittadini anche se gli prospettano problemi cui non potrà dare risposta.

«Non sarò quel sindaco assente e burocrate che ostenta indifferenza o butta a calci fuori della porta il malcapitato di turno». Nemmeno, se, si tratta di un consigliere comunale ricevuto come conoscente. Da lui ascolta «chiacchiere campate in aria, fumose, illusorie, inconsistenti, pie illusioni di una persona in difficoltà... Gli diedi udienza, lo stetti ad ascoltare, cercai di capire – ben poco per la verità - e se questa è la mia colpa me ne faccio carico».

Traduce insomma la frase detta a Stederini e da questi registrata «Vai da Amendola e digli di onorare i patti» con un «vedrò cosa posso fare, senza con questo, ben inteso, aver commesso alcunché di illecito o immorale».

All’opposizione: «State barbaramente strumentalizzando stralci di registrazioni nascoste come unico tema di campagna elettorale, dimenticando che il riferimento ultimo e unico di qualsiasi sfida per il governo è il progetto di città, e l’idea che di questa abbiamo». Perchè siete buoni solo a ciò, nella vostra «totale incapacità di argomentazione politica».