Un timbro aretino a Sanremo: Enrico Milli al Festival con Extraliscio

Il musicista parte del progetto che unisce il rock con la balera, protagonista anche alla mostra di Venezia. «Dal primo momento entusiasta di vivere questa esperienza»

Enrico Milli

Enrico Milli

Arezzo, 26 febbraio 2021 - Dai piccoli circoli alle sale da ballo più importanti. Ma il salto vero doveva ancora arrivare, perché Enrico Milli, musicista aretino di 45 anni, salirà la prossima settimana sul palco del Teatro Ariston. Milli fa parte delprogetto Extraliscio che da alcuni anni ha rivoluzionato il linguaggio del liscio contaminandosi con il rock.

«Suonavo e suono ancora con l’Orchestra Grande Evento di Moreno Conficconi (Moreno il Biondo) - spiega Milli -. Quando è partita l’attività di Extraliscio, con l’innesto di Mirco Mariani e di altri musicisti, sono rimasto entusiasta. Seguivo Mariani nelle sue collaborazioni con Enrico Rava e Vinicio Capossela, oltre che nel suo gruppo Saluti da Saturno ed è bello collaborare con lui».

I suoi primi passi nella musica? «Ho cominciato presto, a sei anni con la fisarmonica. Mi sono poi iscritto al conservatorio studiando la tromba, ma con la fisarmonica ho sempre continuato. A 11 anni suonavo da solo nei circoli portandomi le basi e mio padre aveva allestito anche un mezzo appositamente per portare l’attrezzatura»

Quando è arrivato il contatto con la musica da ballo? »Nel 2002 sono stato chiamato da Armando Savini (noto per il brano Perché mi hai fatto innamorare? del 1968, ndr) e la sua orchestra, in cui sono rimasto nove anni. Nel frattempo mi sono diplomato al conservatorio in tromba, continuando però a frequentare le balere. Quindi nel 2011 sono passato all’orchestra di Moreno, che dal 2015 collabora con Mariani nel progetto Extraliscio, in cui sono stato coinvolto dal primo momento».

Si sente più a suo agio con la tromba o con la fisarmonica? «Nasco come fisarmonicista, ma nel tempo ha sfruttato di più la tromba perché con Moreno c’era un altro solista di fisarmonica. Mi sento un po’ più legato alla tromba anche perché ho fatto esperienza diverse, anche la classica e musica d’insieme per strumenti a fiato. Con la fisarmonica sono legato più ai suoni della balera. Fin da piccolo poi ascoltavo molto il suono di Albertino Bastianoni, fisarmonicista di Sansepolcro».

Veniamo a Extraliscio, come veniva accolto questo suono diverso dal solito? «I giovani rispondevano molto bene ai nostri concerti. Suonavamo in luoghi dove la parola liscio era un tabù: locali di musica indie o dove si esibiva il già citato Capossela, tipo il Fuori Orario di Reggio Emilia in cui il liscio era impensabile che entrasse. Il pubblico giovane si divertiva, ballava e saltava e abbiamo capito che la strada era quella giusta. E oggi sono sempre con loro, tanto da essere stato chiamato a Sanremo».

Cosa ha pensano quando ha avuto la notizia? «Il mio ricordo è legato a mia madre che durante Sanremo era fissa davanti al televisore. Salirò sul quel palco che vedevo sempre in tv».

Nella conferenza stampa di presentazione di Extraliscio a Sanremo, Moreno ha detto che durante le prove lui e il cantante Mauro Ferrara sono stati festeggiati dai tanti musicisti dell’orchestra che venivano dalla musica da ballo. E’ una palestra importante? «Certo, a volte parlo con gruppi rock, che suonano al massimo un’ora e quaranta e spiego loro che un’orchestra da ballo inizia alle 21.30 e finisce alle 3 di notte. I musicisti dell’orchestra della Rai che ha ricordato prima, considerano Moreno e Mauro (ma anche il sassofonista Fiorenzo Tassinari) come dei miti».

Dopo Sanremo? «Continuerò con i due progetti. Per quanto riguarda Extraliscio, devo citare il grande lavoro di Elisabetta Sgarbi, regista ed editrice musicale, che ci ha portato a raggiungere obiettivi importanti»