Quarte dosi, poche ma in salita (11%) Cgil: "Allarme infermieri e tecnici"

I dati della vaccinazione crescono al rallentatore: eppure sul richiamo Arezzo sopra la media nazionale (7,7). Il sindacato attacca la Asl sul personale. "Ferie bloccate, tagli, stress, straordinari: situazione drammatica"

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di Alberto Pierini

AREZZO

Non andiamo bene ma c’è chi va peggio di noi. La stima della vaccinazione stavolta procede tra un sorpasso in frenata e l’altro. Che le quarte dosi non stiano ingranando non è un mistero. Nei giorni scorsi era stato il direttore della Asl Antonio D’Urso a lanciare un appello: vaccinatevi. Non molto diverso da quello che rimbalza dall’inizio del 2021 ma stavolta a fronte di risultati decisamente deludenti. Quali?

Allo step di fine settimana erano state 7300 le quarte dosi somministrate in tutta la Asl: di queste 3300 ad Arezzo, 2000 a Grosseto e 2100 a Siena. Primo elemento: negli ultimi giorni l’aumento di vaccinazioni è palpabile. Eravamo in tutto sotto 800 il 25 aprile, nelle due settimane successive il risveglio c’è stato. Anche se la copertura della platea vaccinabile resta modesta.

Si parla di circa trentamila aretini tra ultra ottantenni e over 60 fragili: calcolo dal quale già sono esclusi tutti quelli che o non abbiano ancora raggiunto i tempi della quarta dose (pochini in queste fasce d’età) e soprattutto quelli che si siano ammalati dopo la terza, traendo da lì il loro richiamo. Alla fine siamo ad un 11% del totale. Quindi lontani dal traguardo. Ma anche sopra la media nazionale (7,7% per la Fondazione Gimbe) e quella toscana (addirittura al 6%). Anzi, saremmo dietro solo a Piemonte, Emilia Romagna e Lazio.

Controprova: in Toscana come numero di quarte dosi, e qui rientriamo nei report forniti quotidianamente dalla Regione, in valori assoluti solo Firenze è davanti a noi, e nella media della popolazione siamo al primo posto.

Poi ci sono ancora le fasce di popolazione che non hanno fatto neanche la prima ma qui ormai le oscillazioni sono minime, così come le prenotazioni sul portale della Regione, tornato lo snodo della campagna, insieme ai medici di famiglia.

Intanto in ospedale torna a salire l’allarme personale. Stavolta a farlo suonare è la Cgil.

"La situazione nella Asl è veramente drammatica ed i dati lo dimostrano". Il nodo è quello del personale. ",E’ in progressiva diminuzione, sempre più stanco, e le assunzioni promesse sono ferme: di 150 infermieri ne sono entrati in servizio poco più di 50 e nessuno dei 19 tecnici di laboratorio o dei 10 tecnici di radiologia previsti".

Quindi? "Sono state bloccate le ferie alla maggior parte dei dipendenti, non esiste più una vita privata e familiare (ti scrivono su whatsapp anche a mezzanotte e devi tornare in turno quando sei di riposo) e gli straordinari sono la quotidianità per tappare i buchi". Segnali ai quali secondo il sindacato l’azienda risponde o con promesse o con "nuove esternalizzazioni: dopo quelle CoVid adesso si ampliano quelle di attività amministrative". Un attacco che arriva fino ai presunti risparmi.

Un esempio? "I guanti in nitrile sostituiti con quelli in vinile" giudicati meno sicuri. Tutto questo secondo la Cgil spiega le frustrazioni dei pazienti sfogate sul personale e le dimissioni o rinunce al Pronto Soccorso e al 118. Da qui l’appello al direttore D’Urso, alla vigilia del suo secondo triennio. "Assunzioni subito e sviluppo di tutti i servizi sanitari". Per mesi abbiamo pensato che la ritirata del Covid avrebbe risolto tutti i problemi: ma forse già sapevamo che non sarebbe andata così.