Prove del lunedì: la legge di Scortecci e S.Andrea, ansia Cicerchia, su Foro e Colcitrone

Seconda giornata di prove: tre centi di Parsi e Innocenti, poker di centri biancoverdi. Rauco si riscatta. Allarme cavallo per Elia. Sorprese Montini e Tallurino

Enrico Vedovini in uno dei suoi 5

Enrico Vedovini in uno dei suoi 5

Arezzo, 17 giugno 2019 - Ore 00.16. SANT'ANDREA. E rivediamo con calma la grande notte biancoverde. Sant'Andrea piazza alla seconda giornata il ruggito dei grandi. Non è la prima volta, spesso perde qualche colpo in mezzo alle prove, difficilmente padella il martedì.

Piccoli precedenti, grandi punti. Perché nei suoi 40 minuti di tempo di centri ne infila sei. Quarttro ricamati dalle lance dei due titolari, Vedovini e Marmorini. Due offerti alla causa da uno dei talenti più prorompenti della piazza, Saverio Montini. Mentre l'alttro titolare della priova generale, Matteo Bruni, cresce di giorno in giorno, in sella alla sua Soraya infila due quattro, che sono l'anticamera del grande colpo e insieme la sicurezza in cassaforte di potersi giocare anche la porchetta del giovedì sera.

Ma in vetrina fatalmente salgono i titolari, Anzi sale lui, re Enrico. E' impegnato in un anno a inseguimento. Se vince la lancia fa 13, come nella schedina, e soprattutto raggiunge nell'albo d'oro Martino Gianni, che dalle parti di Sant'Andrea è un po' come citare Gigi Riva a Cagliari. Se colpisce un 5 sabato sera fa 17 e acchiappa Alessandro Vannozzi sulla vetta dei centri.

Gli tocca inseguire con un altro cavallo. Se potesse porterebbe Peter Pan nella piscina di Cocoon, pur di ringiovanirlo un po'. Ma ripiega su un cavallo che non leggerete mai in nessun titolo: si chiama Conte Darko di Gazzara, urge trovargli un diminuitivo, il più gettonato sembra Darko. Intanto perde il nome ma mantiene il cognome, Vedovini: due cinque e un 4 che accarezza il centro. Così, in scioltezza, come se fosse ancora un ragazzo e come se Peter Pan fosse un pony.

Al suo fianco Tommaso Marmorini mette "Benzina". Sibilla è una sicurezza, i cinque pure, altri due, con in mezzo il 4 e comunque tutti punteggi lontani anni luce dal 2 di settembre. Tommaso  sa che la performance del giugno dell'anno scorso ha bisogno di un bis, sa che il secondo libro è sempre più difficile del primo.

Ma vola sulla nuvola biancoverde, la nuvola di un quartiere che si è permesso di rinunciare a Stefano Cherici e di mandare a Porta del Foro un talento come Tallurino: e tutto questo rimanendo in testa. Forse gli manca solo di trovare un nome giusto al cavallo di Vedovini. E poi lanciarsi nella lizza, alla quale mai come quest'anno chiede una cosa sola: il primo posto nell'albo d'oro. Il terzo inseguimento affidato a Vedovini e ai garretti di Darko. E chissà non sia per questo che provino, unici nella piazza, con la tenuta da gara. La Giostra è già partita?

Ore 23.29 Primo assaggio di Sant'Andrea, un vino che non sa mai d'aceto: quattro centri per i due alfieri, la fiducia che sale, la confidenza di Vedovini con il nuovo cavallo che prende corpo. E il brivido che corre tra gli altri quartieri al pensiero che saranno proprio loro sabato sera ad aprire i giochi e insieme a provare a chiuderli. A breve tutta la scaletta dei risultati.

Ore 22.56. PORTA DEL FORO cavalca verso il Buratto sotto gli occhi di Andrea Vernaccini: ti immagini la rabbia, la malinconia, forse un pizzico di rancore. E invece il giostratore galantuomo sembra un tifoso come gli altri, pronto ad alzarsi per il successo di uno di quelli che lo ha messo in panchina.

Sono le due giostre, quelle che si corrono in parallelo tra il risultato agonistico e i valori che non muoiono. Ma il risultato non è tutto: è l'unica cosa che conta. E quindi torniamo in cronaca. Anche Porta del Foro come Colcitrone cresce rispetto alla prima giornata.

La scommessa dell'anno è Gabriele Innocenti e quello ti va ad infilare altri due cinque e con due cavalli diversi perfino. Il primo lo piazza con Grace Coloner Chicca (ma chi li sceglie i omi dei cavalli, cribbio?) accompagnato da un4, il secondo lo piazza con la più sobria Evelyn, un nome e quattro "gambe" stile sorelle Kessler.

Ma insieme a Innocenti cresce soprattutto Davide Parsi, la cui Nuvola per una sera sembrava meno nera del primo giorno: un 4 vicino al 5, uno sopra al centro e un 5 pieno che più pieno non si può. Intorno sgambettano le riserve, che si giocano la pesantissima eredità di due giostratori che in prova generale hanno dominato la piazza quasi più di quanto non abbia dominato Santo Spirito nella gara vera.

Roberto Gabelli su Pampero prima centra il 2 e poi due quattro che però sono due mezzi cinque. Niccolò Scarpini su Jerez de la Fromtera si ferma al 3 e poi ad un 4 vicino al 5.

Ma la rivelazione dei primi due giorni, conferme a parte di Scortecci o Vedovini, è Francesco Rossi: Tallurino, spogliato dei colori biancoverdi e colorato di quelli giallocremisi, accusato da sempre di non avere familiarità con il 5, ne centra a ripetizione. E soprattutto sul suo suo Mr Taris Storm Rocky (!!!) trova le traiettorie giuste e quel briciolo di sicurezza che forse gli era mancata negli ultimi anni. La Giostra dà e la Giostra toglie: ma premia il coraggio. E se quel Rocky non gli avesse regalato la voglia di combattere?

Ore 22.04 SANTO SPIRITO. La colombina viaggia  su un'altra dimensione. I suoi alfieri vivono le prove a modo loro. Amici, colleghi, complici: ma poi ognuno segue una linea invisibile e personale, nelle prove come in gara.

Gian Maria Scortecci si conferma ancora una volta il re delle prove. In genere è uno scettro che gli contende punto su punto Enrico Vedovini, con qualche innesto a sorpresa come per esempio negli ultimi anni era stato Andrea Vernaccini. Ma quest'anno è un automa che funziona meglio del Buratto. Cambia cavallo, testa Farfalla il cui nome è già tutto un programma: due tiri, due centri. Come se Santo Spirito ricominciasse da 5, sorpassando in curva anche il compianto Massimo Troisi.

Cicerchia fa fatica. Non ci cadete, ogni anno troverete spine, sudore e sangue nelle prove del profeta Elia. E ogni anno lo troverete alzare la lancia verso il cielo il giorno della gara. Annusa la sfida, non si eccita per le prove. Però la cronaca va fatta. Apre la lizza con un 1, raddoppia ad un 2 che non è un granché e infine atterra sul 5. In sella a Olimpia, una cavallina che ancora non sembra convincerlo troppo e chissà che alla fine non scatti la sorpresa sulla scelta della gara.

Intorno a lui piccoli Elia crescono. Elia Pineschi, l'unico ad avere in cassaforte un posto da titolare nella provaccia, in sella ad Alex colpisce due 4 vicini al 5 e infine un 2. Poi tocca a Elia Taverni, un triplo quattro in sella a Febbraia, cavallo  decisamente più affidabile di quello sfoggiato nella prima serata.

Poi c'è anche lui, Niccolò Pineschi: sedici anni e mezzo, roba da stampare il record sull'albero genealogico del quartiere. Colpisce un due, forse per non passare da presuntuoso rispetto all'Elia più famoso in famiglia. In sella a Tony, poi passa al 4 e ad un 4 vicino a 5. Non fa il quarto tiro: e forse anche questo per delicatezza e descrizione. Se fai 5 a 16 anni, poi  per tutta la vita cosa ti inventi?

PORTA CRUCIFERA. Seconda giornata di prove e ruggito rossoverde: i cavalieri allenati da Carlo Farsetti rispetto alla prima giornata aggiustano il tiro ed escono alla distanza con una raffica di cinque.

Una crescita complessiva, che coinvolge i due alfieri e titolari ma si spalma anche sulle riserve, sotto gli occhi emozionati della dirigenza. Adalberto Rauco, quello che forse nella prima serata aveva sofferto un po' di più, centra subito un 5 in sella alla sua fedelissima Pia e a ruota un 4 vicinissimo al 5. Quindi cambia cavallo, passa a Romina de Moscheta ed ecco piovere prima un 4 verticale e poi un secondo cinque.

Il suo partner Lorenzo Vanneschi non è da meno e conferma un buono stato di forma dopo il "letargo" invernale. Deve domare Carlito Brigante, cavallo al quale il carattere non manca e forse spesso ne ha anche troppo, e si adegua quindi alle sue evoluzioni: colpisce un 4, un 3, un secondo 4 e finalmente un 5. Quindi cambia cavallo, sceglie Rosa de Moscherta, ed ecco un altro 4, un 3 e un 5.

La strategia di Carlo Farsetti prevede una moltiplicazione di tiri a bersaglio, a differenza di altri quartieri (è il caso di Santo Spirito con Gianmaria Scortecci ma anche di Sant'Andrea per Vedovini) che centellinano le corse contro il Buratto curando i dettagli e la ricerca dei migliori punti.

In pista anche le riserve. Niccolò Paffetti corre con Aida e prima sfiora il 5 e poi colpisce un 4 pieno. Filippo Fardelli con Yuma parte male, un 2 che non fa la storia, ma poi cresce: prima un 4, infine un 5 e nel mezzo si esibisce in una prestazione funambolica, perde la lancia e la riprende al volo, tra i batticuore delle tribune.

Mentre Carlo Farsetti non resiste alla tentazione,salta su un cavallo e caracolla verso il Buratto. Una mossa che avrà mille motivi tecnici, la necessità di scrollare uno dei cavalli del quartiere. Ma che si gode quasi al rallentatore, come se potesse non fermare il tempo ma riportarlo indietro, quasi ritagliando la figurina di Carlo il Temerario.