"Noi, i primi in auto sul viadotto": E45, cronaca della riapertura. Sindaci: solo l'inizio

L'emozione degli automobilisti che tornano a passare sul Puleto. "Da giorni su per le montagne, era l'ora". Cornioli e Bragagni: "Ma per l'economia è ancora troppo poco"

Due sorelle le prime a passare sul viadotto

Due sorelle le prime a passare sul viadotto

Arezzo, 14 febbraio 2019 - Erano le 16.25 di ieri quando dai due versanti della superstrada è arrivato l’ok ufficiale: tutto era a posto e la circolazione sulla E45, seppure con le limitazioni note, è dunque stata ripristinata anche sul tratto Valsavignone-Canili di Verghereto. La bella giornata, con un tiepido e gradevole sole, ha un tantino risollevato l’umore generale: mentre gli operai dell’Anas erano intenti a rimuovere le barriere e predisporre le deviazioni obbligatorie per i mezzi pesanti, le prime poche auto – fatte uscire e poi incolonnate sulla corsia di accelerazione dello svincolo di Valsavignone – erano pronte per ripartire verso nord. In «pole position», una Nissan Micra con due signore, Mariella che risiede a Perugia e Stefania di Cortona, che si ritrovano davanti i microfoni delle televisioni presenti.

«Dobbiamo andare a Cesena e speriamo di farcela per le 17, ma sarà difficile», hanno detto. Poi hanno commentato con ironia: «Dovevamo essere proprio noi le cavie della situazione!». E intanto, la strada veniva liberata dai birilli. Da Pieve, nel frattempo, giungeva un distinto signore, il primo trattenuto in superstrada e avvicinato anche lui prima che si rimettesse in moto.

Il suo sorriso la dice tutta: «Sono di Cesena, faccio il rappresentante e un paio di volte alla settimana scendo verso Perugia, quindi capite bene che per me la E45 assume un’importanza vitale». È tornato a casa in maniera diretta dopo essere sceso in mattinata attraverso Le Balze, Pratieghi e Viamaggio, il tragitto che ha percorso – ci ha detto - in questo mese di disagi. Ci vorranno almeno due giorni prima che la E45 torni a regime di traffico con le auto: anche nell’ora iniziale di via libera, i flussi erano infatti alquanto limitati.

«Lo ribadisco: abbiamo risolto soltanto una piccola parte del problema ed è meglio che niente – ha dichiarato Albano Bragagni, sindaco di Pieve Santo Stefano – ma così ancora non va bene». Sulla stessa linea d’onda il collega Mauro Cornioli di Sansepolcro, che aggiunge: «Queste settimane di isolamento sono costate care alla nostra comunità, con notevoli disagi ai lavoratori, alle famiglie e alle aziende. Proprio per salvaguardare queste ultime e l’economia del territorio in generale, riteniamo fondamentale una celere riapertura del viadotto anche al traffico pesante».

È di martedì la notizia che il Ministero ha autorizzato Anas a firmare la convenzione con il Comune di Pieve per gli interventi di riapertura della vecchia Tiberina 3 bis. «Una priorità assoluta –  sottolinea Cornioli – in caso di nuove problematiche sui viadotti: la persistente assenza di viabilità alternativa costituirebbe una catastrofe. Già adesso per noi è difficile quantificare l’entità di un danno che ha segnato in modo irreversibile il nostro tessuto socio economico e per il quale stiamo aspettando ancora risposta dal governo dopo le dichiarazioni di stato di emergenza delle tre Regioni»