«Negozi, traffico, tasse, scuola: così disegnerò l’Arezzo della fase 2»

Ghinelli: «Daremo una mano al commercio, faremo un ragionamento sulla Cosap per i locali». «Non tocco la Ztl, serve una mobilità dolce». «Qui il turismo slow»

Alessandro Ghinelli

Alessandro Ghinelli

Arezzo, 24 aprile 2020 - Appuntamento in Comune con mascherina d’ordinanza. Reduce dalla prefettura, arriva il sindaco Alessandro Ghinelli che, nonostante il grave lutto per la perdita del fratello Miro, non ha saltato un giorno di lavoro.

Sindaco, la città è pronta alla fine del lockdown? «Non è pronta perché non sappiano cosa riaprirà e come. Saremo pronti se il governo ce lo dirà almeno con tre giorni di anticipo. Il minimo, credo».

Cinquanta giorni di blocco. Che bilancio ne trae? «Arezzo ha risposto bene e lo dicono le cifre: pochi contagi, nessuna vittima. C’è stato il caso delle Rsa ma con numeri limitatissimi».

Lei ha spesso fustigato per comportamenti sbagliati... «Era mio dovere, ma onestamente l’indisciplina è stata quasi inesistente, su livelli fisiologici».

Ma questo è già il passato. Come pensa di organizzare la città della fase 2? «Premetto che la capacità di incidere di un sindaco è modestra, deve sottostare ai decreti nazionali e alla Regione. Ho fatto alcune ordinanze fuori squadra, con il rischio che il prefetto me le cassasse. Non è mai successo».

E dunque ne farà altre? «Vediamo, aspetto il quadro completo».

Ci sono però aspetti su cui riflettere bene... «Me li elenchi».

Cambierà il nostro modo di vivere. Ad esempio, in un negozio potremo entrare uno alla volta e per appuntamento. Lei intende consentire ai commercianti un orario più flessibile? «E’ una delle cose che farò di sicuro, dare una mano al commercio è un imperativo. Il tutto, aggiungo, nell’ambito di un programma di sburocratizzazione generale, oggi più che mai indispensabile. Quanto alla città che cambia...».

Dica... «Siamo tutti coinvolti, a cominciare dalla necesistà di organizzare il lavoro, dove possibile, sempre più a distanza, con lo smart woorking»

. Torniamo a noi. Sempre meno mezzi pubblici? «Sembra un paradosso, il contrario di quanto abbiamo sempre sostenuto, ma è così».

Il diverso tipo di mobilità e l’utilizzo di più mezzi privati, la porterà a rimodulare la Ztl? «No, non penso a una soluzione di questo genere. Penso invece che bisognerà incentivare la mobilità dolce, il car sharing, la bici elettrica e quant’altro».

Dovrà fare uno sforzo il Comune per dotarsi di più mezzi... «Lo faremo»

. E chi ricorrerà comunque al trasporto pubblico? «Sarà l’azienda a doversi organnizzare se è vero che in pulmino da 25 posti potranno viaggiare al massimo in 7. Immagino che ci vorranno più corse»

. Le scuole: non teme a settembre il contemporaneo afflusso di studenti anche dal resto della provincia, senza contare l’affollamento in aule piccole? «Il tema sfugge ai miei compiti se con per i nidi e le materne. Credo tuttavia che il Covid imponga un’attenta riflessione: ci saranno resistenze, ma a mio giudizio occorre superare il tabù delle lezioni solo al mattino. La scuola dovrebbe organizzarsi in più turni proprio per impedire il contemporaneo afflusso di cui parlava lei».

I ristoranti, colpiti duramente dal blocco. Pensa per l’estate a cancellare la Cosap per chi ha la disponibilità dei tavolini all’aperto? «Intanto abbiamo fatto slittare al 30 giuno tutte le imposte. Sulla Cosap sono pronto a un ragionamento: stop al pagamento per il 2020? Tassa al 50% nel 2021? Vediamo, se ne può parlare e sa perche?».

Ce lo spieghi... «Perché il nostro è un Comune sano e con un bilancio virtuoso. Abbiamo margini di manovra che ci consentono flessibilità nel modulare le imposte».

Anche per lo sgravio degli ioneri di urbanizzazione? «L’argomento rientra nel quadro più generale, già evocato, dello stop ai lacci della burocrazia. Assurdo che per ottenere un’autorizzazione ci voglianno mesi. L’obiettivo è semplificare il sistema autorizzativo comunale».

Quanto costa al Comune il lockdown? «Non posso dirlo con esattezza. Di sicuro andrà in fumo buona parte del mezzo milione che arrivava dall’imposta di soggiorno».

Il turismo appunto. Tempi bui... «Ma ci stiamo attrezzando, puntiamo a un turismo slow e questa è la città ideale. Andiamo in rete con la Fondazione Arezzo in Tour per vendere esperienze uniche».