Morto col parapendio, dalle 18 la camera ardente: domani i funerali in Pieve

Le indagini sulle cause della tragedia di Lorenzo Bruni a Lecco, probabile un doppio guasto al parapendio col quale si era lanciato

Lorenzo Bruni

Lorenzo Bruni

Arezzo, 25 giugno 2019 - Torna oggi nella sua città la salma di Lorenzo Bruni, il giovane di 31 anni morto domenica scorsa in Lombardia in seguito a una caduta col parapendio. Dalle 18 la camera ardente nelle cappello mortuarie dell'ospedale, domani pomeriggio il funerale in Pieve, celebrato da Don Alvaro Bardelli, che Lorenzo lo conosceva bene.

Lavorava a Milano il trentenne aretino, che si era laureato a Firenze e aveva trovato la strada della vita, un importante posto di lavoro alla Deloitte Italia. Ma le sue radici restavano solidamente ancorate ad Arezzo dove vivono i suoi familiari, impietriti per la terribile notizia arrivata nel pomeriggio di una calda domenica di giugno. I funerali saranno celebrati giovedì alle 15 nella Pieve.

Lorenzo è morto sull’Alpe del Giumello, in provincia di Lecco, la meta che aveva scelto per l’ennesimo lancio col parapendio, disciplina della quale era esperto fino ad aver ottenuto il brevetto in un esame a Poggio Bustone, nel Reatino.

Ma non solo parapendio: il giovane aretino era anche un grande appassionato di arrampicata in montagna, nonché un sub esperto, in linea con la passione per questo tipo di attività fuori dal comune. Non è ancora del tutto chiara la dinamica dell’incidente anche se le indiscrezioni che trapelano da ambienti della procura di Lecco farebbero pensare a un doppio guasto dell’attrezzo utilizzato per il lancio.

Da una parte si sarebbe chiusa all’improvviso un’ala; e nello stesso tempo il piccolo paracadute di riserva, che avrebbe di gran lunga attenuato l’impatto con il suolo, non si sarebbe aperto. L’intera attrezzatura è adesso sotto sequestro e saranno i periti a stabilire se e come si è verificato un malfunzionamento, talmente grave da portare Lorenzo a una caduta a precipizio, senza alcuna possibilità di intervento per incidere sulla spaventosa picchiata.

Vivo il cordoglio fra i tanti che lo conoscevano e non solo ad Arezzo: il ragazzo aveva conservato molte frequentazioni anche a Firenze dove si era iscritto al Club Alpino Italiano, altra costante della sua troppo breve vita: prima, fino alle scuole superiori, figurava nei registri del Cai aretino. A quello di Firenze si era trasferito negli anni dell’università.

Si era laureato in economia nel 2013 e una seconda laurea in statistica l’aveva ottenuta nel 20116. Nel mese di novembre si era trasferito a Milano per prendere posto come consulente alla Deloitte Italia.

Insomma, una brillante carriera da professionista ormai inseririto in aziende importanti, che si è spezzata all’improvviso nei cieli di Lombardia nonostante l’estrema professionalità e meticolosità nella preparazione con cui il trentunenne aretino affrontava questo tipo di discipline nelle quali il rischio è sì calcolato, ma comunque all’ordine del giorno.