La Fiera verso "casa": già da ottobre sul suo percorso, manca solo l'ultimo ok

Mossa del sindaco, al Prefetto la scelta definitiva. Nell'edizione del ballottaggio spuntisti tra Badia e via Cavour. Artigiani, idea Guido Monaco

LA FIERA DI APRILE_4332207_012814

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Arezzo, 26 settembre 2020 - La Fiera che non ti aspetti. Che poi somiglia magicamente a quella di sempre, una sostanziale sorella gemella. Ieri un incontro con tutti i protagonisti dell’evento: dalle associazioni di categoria agli antiquari. E la mossa che dovrebbe spianare la strada al ritorno a casa. Una mossa del sindaco Ghinelli: già da ottobre rimetterla sul suo percorso. Una mossa sulla quale dovrebbe esserci l’assenso di massima anche del Prefetto, da cui comunque è atteso l’ok definitivo.

E che sbarazza di colpo il panorama dalle soluzioni di emergenza che si stavano facendo strada. Anzi, super emergenza. Perchè a ottobre oltre ad esserci i soliti problemi di spazi, si aggiungeranno quelli del voto (che limita le pertinenze intorno a Palazzo Cavallo) e la sostanziale indisponibilità del Prato, d’inverno spesso impraticabile.

Quindi? Poteva dischiudersi l’idea che vi raccontavamo ieri, un prolungamento giù per il Corso,comunque invitante anche per i commercianti, e una dislocazione degli artigiani in S.Agostino. Ma la casa è sempre la casa, dolce o salata che sia. In pratica ci sarebbe la disponibilità a rimettere via Guido Monaco in doppia fila, sia pur con mille cautele: era stata la fonte delle proteste, dei comitati, perfino dei cartelli in piazza.

Rimosso quel problema tutto torna in discesa. Anche se a ottobre si balla, anzi si vota, e resta un’edizione particolare. I banchi persi tra via Ricasoli e piazza della Libertà dovrebbero essere almeno in parte recuperati sotto il Vescovado, spesso messo a disposizione della manifestazione. Gli spuntisti stavolta sarebbero concentrati tra via Cavour e la Badia, in una divisione dai titolari simile ma meno traumatica di quella del Prato.

Se i posti non bastassero agli artigiani e alle opere dell’ingegno, l’idea diventa quella di piazza Guido Monaco, altra «new entry» assoluta. Quindi stop ai banchi dal Canto de’ Bacci in giù e stop a rimetterli in via Seteria. E in piazza Grande la ritirata dei tavolini: che come in mille e mille edizioni di Fiera si stringeranno nei loro spazi abituali per fare posto agli amici dell’Antiquaria.

Una soluzione finalmente equa e che incontra il consenso generale. «Il ritorno nelle sue strade è una bella notizia: specie per gli espositori, i veri protagonisti, fuori da mesi dal posto loro assegnato» commenta Anna Lapini. «Finalmente, da luglio speravamo in questa soluzione» conferma da Confesercenti Valeria Alvisi. E identici i toni tra gli antiquari, qualcuno dei quali (ognuno purtroppo tira acqua al suo mulino...) già cominciava a preoccuparsi per l’eccessiva calata dei banchi giù dal Corso. E la normalità sarebbe ripristinata anche sotto le Logge, lo «sky-line» più amato dell’evento.

Evento che stavolta dovrebbe avere qualche espositore in meno, la prima edizione 2020 di Parma qualche «vuoto» lo aprirà. Ma per una Parma che riparte a ottobre, c’è una Fiera che si era rimessa in marcia già da giugno e dopo 4 mesi, pur lacerati da tensioni e dall’errore di filare sempre poco le ragioni degli espositori, sta per tornare se stessa. Per una volta, almeno per una volta l’erba del vicino non è più verde.