L'Africa di Meoni, le storie del cuore: "Buone Notizie" oggi in regalo con La Nazione

Torna il supplemento mensile in omaggio con il nostro giornale. Il racconto del diciassettenne che ha salvato il nonno. Il cieco che fa da guida nella foresta

Tornano le Buone Notizie

Tornano le Buone Notizie

Arezzo, 26 maggio 2018 - «L’Africa mi ha dato tanto, bisogna pure che le restituisca qualcosa». Diceva sempre così Fabrizio Meoni, l’indimenticato campione di motociclismo che ebbe nella Dakar, corsa tutta fra deserti e piste del continente nero, il suo punto vincente. Lui però non è riuscito a sdebitarsi fino in fondo, morto l’11 gennaio 2005 proprio mentre correva ancora una volta per arrivare primo a Dakar. C’è chi adesso ne porta avanti l’eredità. E’ la fondazione cui è stato dato il suo nome, di cui abbiamo fatto la storia di copertina di «Buone notizie», il mensile delle storie in positivo che torna oggi in edicola con la Nazione edizione di Arezzo.

Il quarto numero del supplemento nato all’inizio dell’anno racconta appunto come la FondazioneMeoni si muova un po’ in tutta l’Africa subsahariana: bimbi di strada rimessi in carreggiata in Sudan, una scuola che vuol rompere l’isolamento di uno dei quartieri più disagiati di Dakar, non solo la meta della corsa ma anche la capitale del Senegal, altre iniziative in Tanzania e non solo lì.

«Buone notizie» vuol riportare anche al centro dell’attenzione due storie del cuore (nel senso letterale del termine) che il nostro giornale aveva già raccontato e che adesso ci vengono narrate in presa diretta dai protagonisti. C’è dunque il ragazzo di 17 anni protagonista del salvataggio del nonno, vittima di un malore, che parla in prima persona. E spiega non solo l’atmosfera di dramma incipiente di un pranzo domenicale in famiglia che rischiava di finire male, ma anche come a praticare il massaggio cardiaco col quale tenne in vita il nonno fino all’arrivo dei soccorritori avesse imparato a scuola, nelle lezioni di primo soccorso che si tengono nelle superiori.

Non soltanto dunque coraggio e prontezza di riflessi individuale ma anche l’efficienza di una sanità e di un pianeta istruzione per una volta alleati nell’insegnare ai più giovani che la scuola non è solo latino, greco o matematica ma anche una palestra di vita. Del resto, l’efficienza della rete stesa intorno alla nostra salute è dimostrata anche dalla seconda storia, quella dell’idraulico-volontario della Misericordia che defibrillò la signora colta da un infarto nel pieno di una serata di ballo al centro sociale di San Clemente.

Di defibrillatori in quella che è la città meglio attrezzata d’Italia ce ne sono oltre duecento, anche per inziativa di Fondazione Cesalpino el 118. Completano questo numero il piano che si ripromette di far rinascere Saione grazie al commercio, la piccola Silicon Valley aretina che dà lavoro a un migliaio di persone, l’Accademia di Teatro che prepara gli attori destinati a diventare famosi, il cieco che fa da guida nella foresta di Camaldoli. Buona lettura.