Inchiesta sulla corruzione: scatta un nuovo ricorso al riesame

Stavolta in campo la difesa di Lorenzo Roggi. Lo scopo resta quello di leggere le carte d’accusa. Il Pm Claudiani non risponde alle domande su indagati ed eventuali sviluppi

Lorenzo Roggi

Lorenzo Roggi

Arezzo, 25 gennaio 2020 - Sono una sorta di oggetto del desiderio: tutti vorrebbero averle ma pochi finora sono riusciti a leggerle davvero. La storia è quelle delle carte depositate martedì dal Pm Andrea Claudiani: gli audio integrali delle due conversazioni fra il sindaco e gli altri protagonisti con le loro trascrizioni. Di sicuro le ha in mano l’avvocato Roberto Alboni, difensore di Roberto «Breda» Bardelli, accusato di corruzione insieme al compagno di fede politica (estrema destra) Lorenzo «Lollo» Roggi, presidente di Arezzo Casa, e all’amministratore unico di Arezzo Multiservizi, Luca Amendola.

I primi due sono i presunti corrotti, il terzo, l’altrettanto presunto corruttore. Lunedì gli atti giudiziari saranno a disposizione anche di Alessandra Cacioli, legale che assiste insieme al collega di studio Matteo Grassi proprio Roggi. Ieri mattina, infatti, hanno presentato un altro ricorso al Riesame che ha il solo scopo di ottenere il deposito di files audio, trascrizioni e informative della Digos che le chiosano per il Pm.

Inutile dire che l’istanza non sarà poi «coltivata», come si dice in gergo, e che l’udienza non si farà mai. Le frasi più clamorose delle registrazioni, i files «Amendola» (colloquio fra Ghinelli, Bardelli e Roggi che gli spiegano il patto secondo loro raggiunto con Amendola, appoggio alla nomina in cambio di un prestito da 200 mila euro a «Breda», con Sergio Staderini che all’insaputa di tutti registra sul cellulare) e «Breda (conversazione fra il sindaco e Staderini su come gestire il caso) sono già riportate nel decreto di perquisizione che è stato, dieci giorni fa, il clamoroso debutto dell’indagine, nata da una costola del caso Coingas.

a fatto rumore in particolare Ghinelli che chiede a Staderini di andare da Amendola per dirgli di «rispettare i patti». Le opposizioni sono andate all’attacco in consiglio comunale proprio su quello. Manca invece il contesto completo in cui tali parole vengono pronunciate. Ed è un contorno che può emergere solo dai files integrali. Il Pm Claudiani, ieri impegnato nel processo Etruria, continua a fare la sfinge: ci sono altri indagati e altre registrazioni? L’unica risposta è un sorriso enigmatico. Ecco quindi l’effetto bomba con la sicura ancora innescata. Ovviamente non esplode. Ma se qualcuno la toglie quella sicura?