Green pass per sacerdoti e catechisti: parrocchie, il Vescovo verso la sterzata

Non è necessario la «carta» per la Messa ma lo diventerà per tutte le attività di servizio: la mossa entrerà in vigore a Pistoia e da ottobre a Firenze

Il vescovo Fontana

Il vescovo Fontana

Arezzo, 25 settembre 2021 - Era stato il primo a brontolare un anno fa davanti a certe letture troppo restrittive del lockdown, come la mancata distribuzione delle palme e dei ramoscelli d’ulivo. Non è il primo ma quasi a indicare la direzione della sicurezza. Come? Esigendo il Green pass anche dai suoi preti o dai sacrestani per tutte le attività di servizio che la chiesa garantisce. «Non ho mai avuto dubbi: la vaccinazione è una forma di generosità e di carità verso gli altri, non solo verso se stessi. E così il Green pass».

E’ una linea già tracciata in Toscana da alcuni autorevoli colleghi. Per primo dall’Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, che tra l’altro era anche un suo storico compagno di banco. Betori aveva fatto chiarezza in questo senso l’11 settembre, la misura scatterà nel capoluogo già dal primo ottobre. E a ruota è arrivato nelle ultime ore anche il Vescovo di Pistoia Fausto Tardelli. Fontana si mette nella stessa direzione.

Non ha ancora emanato nè un decreto nè una nota per i suoi sacerdoti: ma arriverà a breve, fin dalle prossime ore. Un punto resta chiaro: non c’è bisogno del Green pass per andare alla Messa. Una forma di rispetto per una di quelle esigenze considerate prioritarie, la possibilità di poter esercitare la propria fede. Le chiese restano uno di quegli ambiti nei quali tenere ferme le regole di sicurezza ma senza fare del portale un «casello».

Numeri chiusi, rispetto della distanza tra un fedele e l’altro, continua igienizzazione delle panche tra le Messe. Ma senza Green pass. Dove scatterebbe? Le misure dettagliate il Vescovo le indicherà nei prossimi giorni, al momento di rivolgersi ai suoi preti. Ma non dovrebbero distanziarsi troppo da quelle che stanno diventando pane quotidiano a Pistoia e a Firenze.

Intanto al catechismo: i corsi per la Comunione e per la Cresima sono ripartiti anche in presenza, dopo i lunghi mesi di catechesi da remoto, piccola Dad «benedetta» da Dio. Ma ora chi spiega il Vangelo ai bambini dovrà avere il Green pass. E così nei doposcuola, quelli che magari in città non si trovano più ma resistono in alcune zone della periferia.

Più facile trovare ad esempio le scuole per stranieri, uno dei modi con cui la chiesa lavora sul fronte dell’integrazione. Sacerdoti, diaconi, accoliti, ministri straordinari dell’eucarestia, insegnanti, catechisti, volontari e coristi. Sì, anche le voci che completano la Messa dovranno organizzarsi, se non altro per le prove che occupano una bella fetta della settimana. In pratica ne sono dispensati solo i fedeli.

E quasi certamente è un obbligo che si estenderà ai volontari che prestano servizio nelle strutture della Caritas. Eccezioni? Secondo la linea dei pochissimi Vescovi che hanno preceduto Fontana dovrebbero riguardare le situazioni di assoluta urgenza, come la visita a chi è in pericolo di morte. Se ancora qualcuno non avesse avuto il tempo di provvedere almeno su quello avrebbe una licenza ad andare lo stesso.

E del resto chi avesse dubbi in questi giorni ha avuto una spinta autorevole. Perché il Papa non solo ha parlato della vaccinazione come un «atto d’amore«. Ma ha anche emesso un’ordinanza che prevede il Green Pass per accedere nella Città del Vaticano. E anche le parrocchie più remote cominciano ad adeguarsi.