Film "Aria ferma" in carcere con l’attore Sasà Striano

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di Silvia Bardi

Un attore come Salvarore Sasà Striano che racconta il suo passaggio dal carcere al cinema e porta in proiezione il film di Leonardo Di Costanzo "Aria ferma", undici nomation e due premi al David di Donatello, con Silvio Orlando e Toni Servillo, fra gli altri. E lo porta dentro il carcere di Arezzo su invito della Fidapa domani, lunedì, dalle 15 alle 18 nella Giornata nazionale della legalità. Ci saranno anche Giuseppe Fanfani garante per i detenuti della Toscana, il direttore del carcere Giuseppe Renna e i detenuti con i quali sarà possibile commentare il film ambientato proprio in un carcere.

"Legalità è un tema trasversale e tocca anche il rispetto dei diritti di coloro che hanno violato i diritti ed i beni della vita altrui. Riconoscere il diritto al rispetto della legge e delle norme è una prerogativa generale dello Stato. Il carcere come luogo di espiazione della pena di chi ha negato il diritto attraverso la sua condotta illecita è il luogo in cui deve essere riconosciuto il diritto di quella stessa persona a ricevere un trattamento legittimo, anche come forma di educazione civica e sociale volta al reinserimento del reo nella collettività. Attraverso il riconoscimento dei diritti di coloro che hanno realizzato un comportamento illegale, si mira a far recuperare a tali persone l’importanza della legalità sempre e comunque" spiega Lucia Cherici presidente Fidapa di Arezzo.

La proiezione del film "Aria Ferma" intende portare alla luce un tema fondamentale: le regole di separazione tra detenuti e polizia penitenziaria si allentano di conseguenza, lasciando emergere nuove forme di relazione nell’ambito del riconoscimento dei loro diritti basilari. "Cenare alla luce significa riconoscere l’altro e fonda tale riconoscimento sul diritto alla dignità di ciascuno come dettato dalla nostra Costituzione all’art. 3 per cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge - continua la presidente - la tematica che si affronta riguarda dunque sia chi sta dentro ma anche chi sta fuori il carcere che diventa un microcosmo in cui la persona acquista centralità e si mette in relazione. Il diritto alla dignità passa attraverso il rispetto del diritto di ciascuno".

Il progetto si propone di avvicinare il mondo fuori dal carcere al mondo dentro il carcere, come se tutti cenassimo insieme al lume di candela come la bellissima scena del film,con la persona al centro e difendere i diritti alla legalità, all’inclusione, all’istruzione, alla formazione, alla coesione e alla cittadinanza attiva.

Silvia Bardi