Fiamme nella chiesa, riti religiosi all’aperto

Al momento l’edificio resta sotto sequestro, neppure il parroco è riuscito a entrare. Don Aldo: "Le Messe le faremo sempre fuori"

Fiamme nella chiesa, riti religiosi all’aperto

Carabinieri davanti alla chiesa di San Marco in Villa a Cortona

Proseguono in maniera serrata le indagini dei carabinieri per individuare gli autori del rogo alla chiesa di San Marco in Villa a Cortona. Orami certa l’origine dolosa dell’incendio, si cerca ora di chiudere il cerchio sui responsabili. Si fa sempre più strada l’ipotesi di una "bravata" compiuta, forse, da una banda di giovani che alcuni testimoni avrebbero visto aggirarsi intorno alla chiesa lo stesso pomeriggio in cui poi è stato appiccato il fuoco. Ma il condizionale resta d’obbligo. L’immobile è ancora sotto sequestro in attesa di ulteriori accertamenti. Nemmeno Don Aldo Menzetti parroco della chiesa di Camucia e responsabile anche della chiesa di San Marco in Villa, è potuto entrare all’interno per fare una stima reale dei danni, visto il divieto assoluto di accedere per la pericolosità dovuta al danneggiamento delle strutture. Ad essere particolarmente compromessa è stata la sacrestia e alcune stanze attigue.

È proprio dalla sacrestia che ignoti si sarebbero intrufolati. Avrebbero divelto una finestra laterale e da lì sarebbero passati. Una volta dentro avrebbero combinato il disastro. Tre almeno gli inneschi trovati realizzati artigianalmente con comuni cubetti accendi fuoco a base di kerosene utilizzati per accendere stufe e camini. Il fumo nero che è esalato dall’edificio nel tardo pomeriggio di martedì ha richiamato l’attenzione dei passanti che hanno chiesto aiuto al 112. Così sono arrivati sul posto i carabinieri e i vigili del fuoco del distaccamento di Tavarnelle. I pompieri hanno spento le fiamme e poi hanno apposto i sigilli là dove era necessario. Ora sull’accaduto indagano i carabinieri di Camucia insieme al reparto di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco. La chiesa era chiusa ormai quasi da un anno per scelta della stessa Diocesi. Il tetto, infatti, non dava garanzie di stabilità e così era stato dato uno stop alle celebrazioni religiose. La comunità cristiana della zona, però, circa una volta al mese si ritrovava nell’area antistante la chiesa per assistere ad una messa, all’aperto. Questa ulteriore mazzata del rogo renderà la riapertura della chiesa ancora più difficoltosa. "Ci stiamo muovendo cercando possibilità di restauro sia per la chiesa innanzitutto che per la canonica che è quella che ha più sofferto dopo il rogo", conferma Don Aldo ancora affranto da quanto accaduto.

La.Lu.