Doping, Santucci assolto: "Ma la procura si è accanita contro di me"

Il nuotatore ricostruisce gli anni dell'incubo, fino alla sentenza del tribunale antidoping. "Mi hanno tolto la dignità e fatto smettere di nuotare"

Michele Santucci

Michele Santucci

Arezzo, 16 maggio 2019 - Finalmente l’incubo è finito. Un incubo durato due anni quello del nuotatore cortonese Michele Santucci che era stato accusato insieme all’ex campione del mondo Filippo Magnini, di tentato doping. I due avevano subito una pesantissima squalifica nel novembre scorso e mentre per Magnini è stata confermata la super sanzione di quattro anni, per Santucci è arrivata l’assoluzione.

Le motivazioni? «E’ evidente che l’atleta abbia desistito dal tentativo».

Dopo una squalifica pesantissima di quattro anni, il tribunale nazionale antidoping ha accolto il ricorso. Michele, l’incubo è terminato... «Era l’ora. Il mio successo più bello, ancora più delle medaglie mondiali ed europee. Dopo l’assurdo accanimento della procura antidoping nei miei confronti, senza una prova, senza un motivo, il tribunale sportivo ha capito finalmente che non c’entravo niente con l’accusa di tentato doping. Soprattutto il presidente si è dimostrato competente e ha capito che io non avevo commesso nulla».

Ma due anni che sono stati durissimi, vero? «Mi hanno fatto perdere la dignità di atleta, mi hanno costretto praticamente a smettere di nuotare, non potevo nemmeno più far parte del gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre. Oggi sono soddisfatto dell’assoluzione però nessuno mi ridarà indietro questo lungo periodo. Per due mesi a Cortona non sono uscito di casa ma non perché avessi da nascondere qualcosa visto che sono sempre stato innocente, e finalmente la verità è venuta fuori, quanto perché tutto quello che era uscito a livello mediatico mi aveva distrutto».

E anche dal punto di vista economico, questa storia deve essere costata molto, vero? «Certo, sono andati tanti soldi e io non sono uno che di quelli che hanno guadagnato chissà quanto in carriera. Ma il danno morale e della dignità della persona sono stati molto peggio».

Chi ha sofferto di più insieme a Michele Santucci? «I miei genitori, mia sorella, sono contento anche per loro, oltre che per la fidanzata nel frattempo diventata mia moglie. Questa assoluzione è una grande rivincita anche per loro».

Squalifica invece confermata per Filippo Magnini... «Una vera ingiustizia. Mi dispiace moltissimo, Filippo è un amico, so che persona è. Credo che avrà almeno giustizia al Tas di Losanna, ma anche a lui hanno fatto un danno enorme».

E adesso cosa farà Santucci? «Intanto voglio finire di studiare, mi mancano due esami prima di laurearmi in scienze motorie, poi mi piacerebbe tornare con un ruolo nel gruppo sportivo». A 30 anni, Michele, medaglie mondiali ed europee in staffetta, titoli italiani, ha una vita davanti, anche se nessuno gli restituirà quei due maledetti anni di accuse rivelatisi ingiuste.