CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Diga di Tir e alberi per l’assalto. Banditi assediano un’azienda. Piante abbattute, auto come ariete

Colpo alla Nicol Preziosi: rubano l’autotreno per bloccare l’accesso alla fabbrica che produce monili in argento. Sfondano il cancello e portano via duecento mila euro, poi la fuga: quattro gli autori, ripresi dalle telecamere.

Diga di Tir e alberi per l’assalto. Banditi assediano un’azienda. Piante abbattute, auto come ariete

Diga di Tir e alberi per l’assalto. Banditi assediano un’azienda. Piante abbattute, auto come ariete

Un assalto. Un tir rubato e sato come barricata, alberi abbattuti per sbarrare la strada. Cinque minuti per entrare in fabbrica e scappare con un bottino di circa duecentomila euro. La sequenza, degna di un film del colpo messo a segno ad Anghiari. Nel mirino Nicol Preziosi, prestigiosa realtà artigiana specializzata nella creazione di gioielli in argento. Lo stabile si trova in via Martiri della Libbia, sull’omonima provinciale che collega il centro della Valtiberina toscana con Arezzo attraverso il valico della Scheggia. Non appena si scende dalla parte più alta, lo si incontra subito dopo lo stadio "Saverio Zanchi" e peraltro a pochissime centinaia di metri dalla Stazione dei carabinieri.

Tutto è avvenuto all’alba, intorno alle 4 e quattro sono stati gli autori dell’assalto. Prima di entrare in azione hanno rubato un autotreno a Città di Castello in dotazione a un noto supermercato che ha sede nel capoluogo tifernate, poi lo hanno posizionato lungo la strada dove ha sede la ditta di preziosi; hanno tagliato due alberi per sbarrare le direttrici alternative che i titolari avrebbero potuto imboccare per raggiungere il luogo di lavoro una volta scattato l’allarme.

A quel punto, hanno utilizzato il tir come ariete per aprire un varlo nel cancello e sono entrati all’interno, dal versante retrostante con un secondo veicolo utilizzato come ariete. Un modus operandi non inedito e applicato di recente in più zone della provincia di Arezzo. È molto probabile che l’obiettivo fossero le casseforti, ma non sono riusciti ad aprirle; o meglio, ne hanno aperto una dove hanno trovato rocchetti in argento utilizzati per la fabbricazione delle catene. Li hanno presi insieme agli altri preziosi a portata di mano e sono scappati via, perchè nel frattempo era scattato l’allarme. Le telecamere della videosorveglianza hanno ripreso i quattro individui, tutti con il volto coperto. "Non appena l’allarme è suonato, abbiamo tentato di andare sul posto sia io che i miei familiari e alcuni dipendenti collegati con il sistema – ha detto Maurizio Lacrimini, fondatore dell’azienda con la moglie Nicoletta e che ha come attuale titolare il figlio Nicola – anche se ci avevano bloccato tutte le possibili vie di accesso. Immediato pure l’intervento dei carabinieri". È in corso la ricognizione del materiale trafugato, il cui valore – in base a una sommaria stima – si aggirerebbe sui 200mila euro di argento.

Maurizio Lacrimini è conosciuto ad Anghiari anche per essere il presidente della locale società di calcio Baldaccio Bruni (Eccellenza toscana) e alla Nicol - che quest’anno festeggerà i 40 anni di attività, essendo nata nel 1984 – lavorano oltre trenta dipendenti. Leader nella progettazione e produzione di monili in argento, Nicol Preziosi non aveva mai subito attacchi di questa portata. I carabinieri si sono messi subito al lavoro. L’ultimo episodio del genere si era verificato ad Anghiari nel dicembre 2022, quando in un’altra azienda orafa che si trova sul versante opposto, gli autori del colpo erano riusciti ad aprire la cassaforte.