Città di Natale, afflusso record anche al Prato: e oggi riparte l'allestimento

La Torre gira dal pomeriggio Locali pieni, aperti i negozi Ma resta ancora la distanza tra centro basso e centro alto

La città di natale al Prato

La città di natale al Prato

Arezzo, 19 novembre 2019 - Gli hanno tolto il trenino ma non la voglia di salire in alto. Piazza Grande continua ad essere l’angolo del delirio ma il Villaggio di Natale al Prato si lascia indietro il magone di sabato e salta a piè pari sulla festa. Salta anche sulla Torre: che di mattina resta al palo (letteralmente...) ma di pomeriggio comincia a fare da miele per i golosi.

Ci salgono in forze i bambini, malgrado lo sguardo preoccupato di babbo e mamma, 40 metri più sotto. Otto euro i grandi, 6 i bambini e passa la paura: anzi no, resta, perché quei 40 metri saranno 27 meno del Campanile del Duomo ma sono sempre tanti. E il villaggio è ancora «mutilato». «Un successo straordinario – commenta l’assessore e presidente della Fondazione Marcello Comanducci – credo superiore a quello di un anno fa e con un parco che deve essere ancora completato».

In effetti la pista e lo scivolone stanno facendo il ghiaccio, presto toccherà anche a loro. Dalle mura, sigillate a scanso di cattivi pensieri, vedi il parcheggio di via Pietri saturo fino all’ultimo posto. Stesso discorso per Cadorna e gli altri, chissà se addirittura anche per il Baldaccio. Le casine intorno all’ovale cominciano a girare.

Le olive ascolane vanno via a cartocci, la porchetta pure, le crepe e i bomboloni pure. Ma vedi la calca perfino intorno agli oggetti del presepe. Tutto in cima ad una città che comincia a crederci. Non tutti i negozi aprono ma parecchi sì e non poco, anche di mattina. Saranno nella cornice dell’evento ma poi c’è soddisfazione quasi per tutti.

Lavora anche il mercatino di piazza San Jacopo e piazza Risorgimento: però resta una differenza palpabile e inevitabile tra i due centri, un decalage tutto o in parte ancora da colmare. In Guido Monaco ci sono oggetti regalo quasi unici: ma ci passa solo l’ultima frangia della grande folla. Chissà, se ci fosse ancora il trenino...