Casalinghe prostitute nel night club: un'aretina la "stella" del locale

Si faceva chiamare Lucifera, lo stesso nome della struttura. Venti le donne coinvolte e intorno una clientela di circa 700 persone. Orge di gruppo e sesso estremo

La chiusura del night

La chiusura del night

Arezzo, 19 maggio 2018 - Chiusa l’indagine «Lucifera», con la quale i carabinieri di Pontedera e la Procura della Repubblica di Pisa hanno portato alla luce un giro di prostituzione in un night a Pontedera, in località «La Bianca», mascherato da circolo culturale. Lucifera, in realtà, era il nome d’arte della principale spogliarellista del locale che era anche la presidente dell’associazione finita sotto la lente degli investigatori. E Lucifera è una ragazza aretina che andava in trasferta a Pontedera per serate davvero particolari.

L’avviso di chiusura delle indagini (415 bis) è arrivato a quattro persone che rischiano, a vario titolo, un processo per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Un lavoro, quello degli inquirenti, che ha ricostruito tutti i passaggi della breve vita di un locale che in poco più di un anno era arrivato ad annoverare oltre 700 soci avventori, con uno zoccolo duro di affezionati e non occasionali: i più assidui sono stati sentiti dal militari dell’Arma. Due settimane fa è stata convocata anche l’aretina Lucifera per un interrogatorio in caserma a Pontedera su delega del pm: ma la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

Ha invece risposto alle domande un fotografo indagato per avere un ruolo nella società: agli inquirenti si sarebbe limitato a confermare di aver messo soldi per l’avviamento del locale, ma di essersi disinteressato della sua gestione. Le attività di indagine hanno registrato almeno 30-40 presenze giornaliere, persone che accedevano a qualunque orario alla struttura.

Le donne coinvolte nell’attività di prostituzione sono state almeno una ventina, italiane, anche casalinghe, provenienti per lo più da province limitrofe. Gli incontri avvenivano sia nel locale che in appartamenti in disponibilità degli arrestati: due soggetti, infatti, un uomo italiano di 52 anni, pregiudicato campano residente a Livorno, ed una donna rumena sua compagna, 32enne hanno avuto per questa indagine la misura della custodia cautelare domiciliare.

L’elemento dello sfruttamento sarebbe in particolare emerso dalle indagini, avviate già nella primavera del 2017: le donne venivano spinte a prostituirsi con persone indesiderate, con il grosso dei guadagni che finiva ai gestori. A fronte di incontri con sei, sette uomini per un’orgia percepivano compensi modesti, di appena 40 euro.

Al locale si accedeva pagando la quota di iscrizione, con l’uomo arrestato che era preposto al primo contatto con i clienti, come alla riscossione del biglietto d’ingresso che oscillava tra i 50 e gli 80 euro; insieme a biglietto veniva consegnato il tagliando per la consumazione e tre preservativi. Dentro si faceva sesso. Anche estremo.